Soprannominato “Il Punitore”, a Duterte è riconosciuta una drastica riduzione del crimine a Davao. Ma per diversi attivisti, questo obiettivo è stato raggiunto a spese dei diritti umani. Secondo la Costituzione, lui e il suo vice presidente Leni Robredo rimarranno in carica per un singolo mandato, della durata di sei anni.
Manila (AsiaNews/Agenzie) – Rodrigo Duterte si è installato come presidente delle Filippine dopo la vittoria elettorale dello scorso maggio 2016. Il controverso ex sindaco di Davao City, 71 anni, ha scosso il panorama politico nazionale promettendo una “guerra sanguinosa” al crimine e “azioni decise” contro la corruzione. Nel corso del suo discorso inaugurale ha anche prospettato cambiamenti radicali nel sistema politico nazionale.
Vedo, ha dichiarato, “l’erosione della fiducia popolare nei leader nazionale. Vedo crollare la fede nel nostro sistema giudiziario. L’erosione del convincimento secondo cui i funzionari pubblici possono rendere le vite della gente migliori, più sicure e più sane dal punto di vista della salute”.
Soprannominato “Il Punitore”, a Duterte è riconosciuta una drastica riduzione del crimine a Davao. Ma per molti attivisti questo obiettivo è stato raggiunto a spese dei diritti umani. Secondo la Costituzione, lui e il suo vice presidente Leni Robredo rimarranno in carica per un singolo mandato, della durata di sei anni.
La loro campagna elettorale si è fatta notare per i commenti fuori dai denti e per le promesse populiste, espresse senza però scendere nei dettagli. Ora la nazione sembra attendere di capire in che modo il nuovo presidente potrà combattere la corruzione, rimettere in vigore la pena di morte e portare più federalismo nel sistema di governo.
Il nuovo presidente ha criticato anche i vescovi filippini e papa Francesco, durante e dopo la campagna elettorale, definendoli "corrotti" e "ipocriti". Fino ad oggi i presuli hanno scelto di rispondere con la preghiera e con messaggi mirati ad alcune fasce della società, fra cui gli agenti di polizia. A giorni dovrebbe uscire un comunicato della Conferenza episcopale sulla nuova leadership nazionale.