Chiesa pakistana contro il taglio dei fondi alle minoranze per finanziare una madrassa talebana
di Kamran Chaudhry

La decisione del governatore Imran Khan ha suscitato critiche da più parti. La scuola islamica che riceverà i fondi delle minoranze istruisce terroristi che agiscono in patria e in Afghanistan. Tra i suoi studenti anche gli assassini dell’ex premier Benazir Bhutto. Leader islamici difendono la decisione.


Lahore (AsiaNews) – I leader della Chiesa pakistana e alcuni partiti di opposizione hanno criticato con forza la decisione del governo provinciale di Khyber Pakhtunkhwa (Kpk) di tagliare i fondi destinati alle minoranze e distrarli a favore di una scuola islamica che forma militanti talebani. P. Morris Jalal, membro di una televisione cattolica di Lahore, dice ad AsiaNews: “Condanniamo questa ingiustizia. È una forma di terrorismo sponsorizzato dallo Stato”.

Lo scorso 16 giugno il governo presieduto da Imran Khan, a capo del partito islamico Pakistan Tehreek-e-Insaf (Pti) ha annunciato che verserà 300 milioni di rupie [quasi 2,6 milioni di euro] alla madrassa Darul Uloom Haqqania, nel distretto di Nowshera. La manovra economica è contenuta nelle previsioni di bilancio per il 2016-2017, e potrà essere effettuata attraverso il taglio dei finanziamenti stanziati per il welfare delle minoranze.

Nell’anno fiscale 2015-2016 il governo di Khan, un ex giocatore di cricket poi votato alla politica, ha assegnato 117 milioni di rupie [1 milione di euro] alle minoranze (circa il 52% del totale del budget), mentre per l’anno in corso solo 86 milioni (737mila euro, poco più del 23% del totale finanziario).

P. Jalal commenta: “Questo è il motivo per cui Imran Khan è chiamato Taliban Khan. Egli ha una mentalità religiosa [estremista]. Parla in modo aperto contro l’Occidente, condanna gli attacchi dei droni contro le postazioni dei talebani e sostiene il dialogo con i terroristi islamici”.

Qualche giorno fa anche i leader cristiani del Pakistan Christian Congress (partito di opposizione nella provincia) hanno contestato la decisione presa dal governatore. A capo della madrassa vi è infatti Maulana Sami-ul Haq, noto con il soprannome di “Padre dei talebani”. Alcuni suoi studenti sono accusati dell’omicidio dell’ex primo ministro Benazir Bhutto, assassinata nel 2007 da esponenti di al-Qaeda per le sue posizioni contrarie al terrorismo.

Il capo della scuola islamica è molto conosciuto per gli insegnamenti che invitano al jihad armato e i suoi alunni sono reclutati nel vicino Afghanistan. P. Jalaf riferisce: “Secondo il Piano di azione nazionale, coloro che facilitano i terroristi devono essere considerati criminali. Cosa può facilitare di più se non l’assistenza finanziaria? I soldi raccolti con le tasse dovevano essere spesi per lo sviluppo delle minoranze povere e con poche risorse”.

Anche l’ex presidente Asif Ali Zardari ha definito la mossa di Khan una “legittimazione della militanza e dei militanti talebani”, che potrebbe mettere a repentaglio l’esito della lotta nazionale contro il terrorismo.

Alcuni ulema, contattati da AsiaNews, appoggiano invece la decisione e sostengono l’esistenza di una cattiva gestione dei fondi delle minoranze. Maulana Abdul Khabeer Azad, capo degli imam della Badshahi Masjid (la più grande moschea di Lahore), afferma: “I collegi islamici e le varie organizzazioni hanno sempre ricevuto assistenza finanziaria sia dal governo federale che da quello provinciale. Gli studenti di queste scuole di solito provengono da famiglie povere che meritano l’aiuto dei fondi raccolti attraverso le tasse. Non dobbiamo legare queste forme di carità a dibattiti che possono generare confusione”.

Ameerul Azeem, segretario all’informazione del Jamaat-e-Islami, il più grande partito islamico del Paese, respinge le critiche dei cristiani. “Il capo della madrassa è un ex senatore, i leader religiosi hanno voce nel nostro Stato democratico. L’America considera tutto il Pakistan a favore dei talebani. Noi respingiamo la loro visione”.