Istanbul: i terroristi dell’aeroporto venivano da Russia, Uzbekistan e Kirghizistan

L’aeroporto internazionale della città è uno snodo fondamentale per i pellegrini alla Mecca. Molti giovani dal Caucaso e dall’Asia centrale passando da Istanbul prima di viaggiare verso Arabia saudita, Iraq e Siria per combattere il jihad. I morti dell’attentato sono ora 43, dei quali 19 stranieri. Colpito anche il turismo in Turchia.


Istanbul (AsiaNews/Agenzie) – I tre attentatori-suicidi che hanno attaccato l’aeroporto internazionale di Istanbul lo scorso 28 giugno sera, provenivano dalla Russia (dal Daghestan), dall’Uzbekistan e dal Kirghizistan: lo conferma una personalità del governo che ha tenuto l’anonimato.

Fino ad ora non vi è stata alcuna rivendicazione, ma le autorità puntano il dito verso lo Stato islamico. Intanto è stato aggiornato il numero delle vittime: 43 morti, dei quali 19 stranieri. A questi si aggiungono almeno 239 feriti.

Sulla mancanza di rivendicazioni, diversi analisti pensano che essa non ci sarà mai perché molte delle vittime sono musulmane e questo accrescerebbe le critiche e il disprezzo verso lo Stato islamico. L’aeroporto Ataturk di Istanbul è lo snodo principale per tutti i pellegrinaggi alla Mecca durante l’anno. Tale aspetto è anche ciò che favorisce la concentrazione di giovani da tutto il mondo islamico – e anche dal Caucaso e dall’Asia centrale - che passano da Istanbul per andare a combattere il jihad (la guerra santa) in Iraq o in Siria. Molto spesso essi vanno prima in Arabia saudita o in Siria, o in Egitto per ricevere istruzioni religiose e militari.

Ieri la polizia turca ha fermato 13 sospetti di appoggiare lo SI in 16 luoghi diversi della città si Istanbul.

Una vittima ragguardevole di questa ondata terrorista in Turchia è il turismo. A causa di una serie di attentati di matrice islamica o kurda, nel primo trimestre del 2016, la Turkish airlines, la compagnia di bandiera, ha registrato una perdita di 421 milioni di dollari.