Pechino ordina un giro di vite contro “le false notizie dei social media”

Il governo centrale esercita già una diffusissima censura su internet e ha più volte cercato di trasformare questa prassi in una legge nazionale. Secondo i funzionari dell’amministrazione le restrizioni imposte alla Rete – inclusa la possibilità di bloccare popolarissimi siti stranieri come Google e Facebook – sono necessarie per “garantire la sicurezza dello Stato davanti all’emergere di minacce come il terrorismo”.


Pechino (AsiaNews) – Il regolatore nazionale cinese del cyberspazio ha annunciato un giro di vite contro la diffusione di notizie prese dai social media. La decisione rientra in quella che il governo definisce una “campagna contro i falsi online e contro la diffusione di pettegolezzi”. In un documento ufficiale emanato ieri, 3 luglio 2016, l’Amministrazione cinese per il Cyberspazio ha chiarito che nessun organo di stampa – online o tradizionale – potrà utilizzare alcuna notizia presa dai social senza l’autorizzazione preventiva degli organi competenti.

Nel testo si legge: “Creare notizie sulla base del sentito dire o usare congetture e immaginazione per distorcere i fatti è proibito. Tutti i livelli dell’amministrazione della Rete devono applicare in modo onesto la propria responsabilità di gestione riguardo i contenuti online, rafforzando indagini e supervisione e infine punendo con severità i falsi creati ad arte e le notizie non fattuali”.

Il governo centrale esercita già una diffusissima censura su internet e ha più volte cercato di trasformare questa prassi in una legge nazionale. Secondo i funzionari dell’amministrazione le restrizioni imposte alla Rete – inclusa la possibilità di bloccare popolarissimi siti stranieri come Google e Facebook – sono necessarie per “garantire la sicurezza dello Stato davanti all’emergere di minacce come il terrorismo”.

Per rafforzare il controllo sulla Rete, scrive il grande conoscitore di Cina Willy Wo-lap Lam, l’Ufficio generale del Gruppo centrale per la gestione degli affari del cyberspazio (Clgca) e la Lega comunista giovanile hanno lanciato un piano per reclutare 10,5 milioni di “giovani volontari per la civilizzazione di internet”. A ogni università maggiore è stata assegnata una quota di diverse migliaia di volontari da reclutare: il loro lavoro è assicurarsi che ogni materiale politicamente scorretto o “occidentalizzato” venga bandito da internet e dai social media.