Diffuso in queste ore un filmato in cui p. Tom Uzhunnalil sarebbe nelle mani dei suoi rapitori e oggetto di percosse. Per il vicario d’Arabia le immagini non costituiscono una novità e non forniscono “notizie certe”. Vicario dei salesiani: Importante mantenere viva l’attenzione sulla vicenda.
Aden (AsiaNews) - Il video diffuso dai sequestratori di p. Tom Uzhunnalil “non costituisce nulla di nuovo”, perché “non fornisce alcuna notizia certa” se non che, al momento in cui è stato girato, egli “era ancora vivo”. È quanto sottolinea ad AsiaNews mons. Paul Hinder, vicario apostolico dell’Arabia meridionale (Emirati Arabi Uniti, Oman e Yemen), commentando la diffusione in queste ore di un filmato (clicca qui) in cui si vede il sacerdote indiano, in condizioni critiche e oggetto di abusi. “Speriamo che sia vivo - aggiunge il prelato - perché non sappiamo a quando risalga il video, non vi sono notizie certe al riguardo”.
Dal 4 marzo scorso p. Tom Uzhunnalil è nelle mani di un gruppo jihadista, con tutta probabilità legato allo Stato islamico (SI), che ha massacrato quattro suore di Madre Teresa e altre 12 persone ad Aden, nel sud del Paese. Finora non vi erano state notizie ufficiali sulla sorte del 56enne sacerdote nato a Ramapuram, vicino a Pala (Kottayam, Kerala), da una famiglia profondamente cattolica, in Yemen da quattro anni. Suo zio Matteo, morto lo scorso anno, anch’egli salesiano, è il fondatore della missione nel Paese del Golfo.
Da ore circola in rete un video diffuso dal giornale indiano Mathrubhumi News che lo avrebbe ricevuto dalla famiglia di p. Tom, in cui si vede il sacerdote sequestrato oggetto di abusi e in precarie condizioni fisiche. Al momento non si hanno particolari dettagli sul filmato, sul luogo e la data in cui è stato girato. Dalle immagini si vede il missionario salesiano schiaffeggiato a più riprese da uomini armati e gli occhi coperti da una benda.
Assieme al video sulla pagina Facebook del sacerdote, con tutta probabilità oggi usata dai rapitori, è stata pubblicata un'immagine di p. Tom, con la barba e i capelli lunghi e incolti (nella foto); un ritratto che contrasta con la foto del profilo, che risale al periodo precedente il sequestro.
“In queste ore sono stato in contatto con uno dei confratelli di p. Tom, rimasto nello Yemen sino a Pasqua” racconta mons. Hinder “ed è lui che mi ha mandato il video”. Riguardo alle immagini, aggiunge il prelato, “non vi sono notizie certe”. L’unico elemento assai probabile è che “i rapitori hanno accesso alla pagina Facebook di p. Tom e ne fanno uso e abuso”. Vediamo nei prossimi giorni, conclude, intanto “rinnovo l’appello alla preghiera per lui e per quanti continuano a restare nello Yemen”.
Durante la Settimana Santa in India sono circolate voci - senza fondamento - di un piano elaborato dai rapitori che prevedeva la tortura, l’uccisione e la crocifissione del sacerdote il 25 marzo, in concomitanza con il Venerdì Santo. Voci smentite a più riprese dai salesiani e dal Vicariato d’Arabia, ma che hanno alimentato i timori sulla sorte del sacerdote indiano. In risposta, la Famiglia salesiana ha chiesto di pregare per p. Tom in occasione del Giovedì Santo e nelle principali celebrazioni dedicate alla Pasqua.
Anche i salesiani a Roma confermano che la pagina Facebook del sacerdote è gestita ora dai suoi rapitori. “Altri hanno introdotto l’immagine” racconta ad AsiaNews p. Francesco Cereda, vicario del Rettor maggiore dei Salesiani, “non si hanno finora certezze sulla sua autenticità. Restano molti dubbi”. L’elemento positivo, aggiunge p. Cereda, è che video e foto “ridestano attenzione sulla vicenda di p. Tom, scomparsa dalle cronache internazionali delle ultime settimane. È importante tenere desto l’interesse dell’opinione pubblica”.