Con tante ingiustizie, si apre il processo contro un avvocato per i diritti umani

Zhai Yanmin è accusato di “sovversione contro lo Stato”.  Lo scorso anno circa 300 avvocati arrestati. Ancora decine nelle mani della polizia. Le autorità non hanno mai permesso ai familiari degli arrestati di fare loro visita; hanno sequestrato le mogli e perfino i figli minorenni di uno o dell’altro per piegarli a confessare i loro “crimini”. La “confessione” di Wang Yu.


Tianjin (AsiaNews/Agenzie) – Si è aperto stamane a Tianjin il processo contro l’avvocato attivista Zhai Yanmin. Zhai è uno delle centinaia di avvocati che dall’anno scorso sono stati arrestati, allontanati dalla professione, imprigionati. Egli stesso è accusato di “sovversione del potere dello Stato” e rischia l’ergastolo.

Zhai appartiene a un gruppo di avvocati arrestati , definito del “709”, perché gli arresti sono cominciati il 9 luglio dello scorso anno. La loro “sfortuna” è di aver avuto successo nel difendere attivisti, poveri, persone che hanno subito ingiustizie (salari non pagati, case sequestrate, ecc…) sfruttando i pochi appigli delle leggi cinesi e creando delle falle nel muro dell’alleanza fra il partito e le oligarchie economiche.

Le autorità cinesi hanno fatto di tutto per soffocare il gruppo: non hanno mai permesso ai familiari degli arrestati di fare loro visita; hanno sequestrato la moglie e perfino i figli minorenni di uno o dell’altro per piegarli a confessare i loro “crimini”.

A questo proposito, proprio ieri è apparso un video dell’avvocato Wang Yu (v. foto), collega di Zhai, arrestata formalmente all’inizio dell’anno, ma “scomparsa” sei mesi prima. Il figlio di Wang, fuggito in Myanmar, è stato estradato, ricondotto in Cina e arrestato.

Nel video Wang Yu dice di voler lasciare la carriera legale e accusa la sua ditta, la Fengrui, di essere strumento di “forze straniere” per screditare la Repubblica popolare cinese. Per molti osservatori la “confessione” di Wang è stata ottenuta con la forza.

Fra gli avvocati arrestati nel 2015 vi è anche l’avvocato cristiano Zhang Kai, che insieme ad un gruppo di colleghi era impegnato a fermare con il diritto la campagna di demolizioni delle croci in corso nella provincia meridionale del Zhejiang. Anch’egli ha emesso una “confessione” in cui riconosce tutti i suoi errori.