Cambogia, dopo l’uccisione di Kem Ley si inasprisce lo scontro fra governo e opposizione

Il primo ministro è accusato dall’opinione pubblica di aver ordinato l’uccisione del noto analista politico. Una fonte di AsiaNews afferma che il fatto “mostra il calo della sua popolarità”. Per reazione, il governo ha denunciato gli avversari politici per diffamazione, accusandoli di voler “creare il caos sociale”.

 


Phnom Penh (AsiaNews) – Lo scontro fra il governo cambogiano e l’opposizione si è inasprito dopo l’uccisione di Kem Ley, noto scienziato politico freddato lo scorso 10 luglio scorso a Phnom Penh. L’opinione pubblica ed esponenti del Cambodia National rescue Party (Cnrp) hanno accusato il primo ministro Hun Sen di aver ordinato l’assassinio. Per reazione, il governo ha denunciato gli avversari politici per diffamazione, accusandoli di voler “creare il caos sociale”.

Kem Ley, 46 anni, è stato assassinato a colpi di arma da fuoco presso una stazione di servizio. Poco dopo l’omicidio la polizia ha arrestato Oeut Ang, un ex militare. Egli ha confessato di avere freddato l’analista politico a causa di un debito non saldato di 3mila dollari. La versione, però, non ha convito l’opinione pubblica e sono iniziate a circolare voci di un coinvolgimento del governo nell’uccisione.

Una fonte di AsiaNews, anonima per motivi di sicurezza, afferma che “quanto successo a Kem Ley mostra che la situazione del primo ministro inizia ad essere difficile. Hun Sen fa sempre più fatica ad avere il polso della situazione”. Il fatto che sia stato accusato da molte persone, continua, “prova che la sua popolarità è molto calata rispetto al passato”.

Kem Ley, spiega la fonte, “era molto famoso tra i cambogiani, parlava in maniera semplice e chiara. Si faceva capire dalla gente. Era uno che non aveva mezzi termini, un osservatore imparziale, molto critico sia verso il governo che verso l’opposizione. Non era schierato”. Al suo funerale hanno partecipato due milioni di persone. Egli è considerato un eroe della patria e la sua tomba è meta di pellegrinaggio.

Ieri il primo ministro Hun Sen – che governa il Paese da 30 anni con il Cambodian People’s Party (Cpp) – ha fatto causa al leader dell’opposizione Sam Rainsy e ad una senatrice dell’opposizione, Thak Lany, per averlo accusato di aver ordinato l’assassinio.

Rainsy, presidente del Cambodia National rescue Party (Cnrp), ha definito l’uccisione di Kem Ley “un atto di terrorismo di Stato”. Il leader dell’opposizione – in esilio dal novembre 2015 – ha scritto su Facebook: “Credo che ci sia il governo dietro i criminali che hanno sparato a Kem Ley, come era dietro l’attacco del 1997 che uccise almeno 16 persone e nello stesso modo in cui organizzò l’uccisione di Chea Vichea [sindacalista ndr] nel 2004 e di Chut Wutty [attivista per l’ambiente ndr] nel 2012”. Secondo gli avvocati del primo ministro, il post potrebbe “irritare la popolazione e provocare caos sociale”. 

Alla senatrice Lany si imputa di aver detto che il primo ministro ha ucciso Kem Ley durante un incontro pubblico tenutosi nella provincia di Ratanakkiri. In un video pubblicato da un giornale filo-governativo, si sente la donna dire che Hun Sen “ha sparato” all’analista politico. Thak Lany ha negato le accuse affermando che la traccia audio è stata fabbricata e aggiunta a posteriori al video.

La denuncia di Sam Rainsy è il terzo attacco legale in poche settimane compiuto per motivi politici contro i vertici dell’opposizione. A giugno, il governo ha condannato tre attivisti del Cnrp a sette anni di prigione, mentre il vice-presidente del Cnrp, Kem Sokha, è coinvolto in uno scandalo a sfondo sessuale.

Il grande numero di voti presi dall’opposizione alle ultime elezioni sta mettendo sotto pressione il premier Hun Sen. Egli, afferma la fonte, “ha dovuto cambiare strategia politica e ora utilizza i social network, soprattutto Facebook, per modificare la propria immagine pubblica e riguadagnare consensi. Si mostra molto vicino al popolo e mette in mostra il suo aspetto più umano. Questo prima non accadeva”.