In totale il ministero ha allontanato 3.672 dipendenti considerati “coinvolti” nel tentato golpe del 15 luglio. Nato per controllare la religione, oggi sovrintende alle circa 80mila moschee del Paese e ha un budget superiore a quello della sanità nazionale.
Istanbul (AsiaNews/Agenzie) – Il governo turco ha sospeso altri 2.500 funzionari del ministero degli Affari religiosi, considerati “coinvolti” nel tentato golpe del 15 luglio. Sale dunque a 3.672 il numero di dipendenti del dicastero allontanati dalla carica. Non è chiaro se la sospensione preveda anche misure coercitive: di certo i sospettati sono stati interrogati dalla polizia nazionale e non hanno il permesso di lasciare il Paese.
L’agenzia, nota come Diyanet, ha circa 100mila funzionari e un budget superiore a quello di molti altri ministeri, fra i quali quello della Salute. Fondata nel 1924 per controllare gli affari religiosi in quello che si definiva uno Stato “secolare e moderno”, la Diyanet è oggi sospettata di ospitare molti simpatizzanti di Fetullah Gulen. Questi, un tempo amico e sostenitore del primo ministro Erdogan, è ritenuto da Istanbul la “mente nascosta” del tentato colpo di Stato.
Nel comunicato in cui conferma le sospensioni, l’Agenzia scrive che “la commissione creata con lo scopo di trovare i seguaci di Gulen continuerà nel suo rigoroso lavoro di pulizia”. Da parte sua, il fondatore del movimento Hizmet rimanda le accuse al mittente: il suo avvocato ha dichiarato che “il governo turco non è riuscito a fornire neanche una briciola di prova riguardo il presunto coinvolgimento di Fetullah Gulen nel golpe”.
In totale le epurazioni ordinate dall’esecutivo si contano in decine di migliaia. I settori più colpiti sono l’esercito, la magistratura e l’istruzione. Il ministro della Giustizia Bekir Bozdag ha confermato oggi che 16mila persone sono in attesa di giudizio e ai domiciliari, mentre altri 6mila sono in carcere.