Asia-Pacifico, incidenti navali e militarizzazione degli atolli: cresce la tensione nei mari

All’alba un peschereccio cinese è affondato in seguito a uno scontro con un cargo greco al largo delle Senkaku. Sei marinai tratti in salvo dalla guardia costiera nipponica. Di recente fino a 300 imbarcazioni cinesi avvistate nei pressi delle acque del Giappone. Washington conferma il sostegno a Tokyo in chiave anti-cinese. Pechino rafforza le istallazioni militari sugli atolli. 


Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Un peschereccio cinese è affondato questa mattina in seguito allo scontro con un cargo battente bandiera greca nelle acque del mar Cinese orientale, nei pressi di un gruppo di isole contese. A darne notizie è la Guardia costiera del Giappone, che denuncia attività crescenti da parte delle imbarcazioni di Pechino attorno all’area delle Senkaku (per il Giappone, Diaoyu in Cina), rivendicate da tempo dalla Cina. 

Secondo quanto riferisce la guardia costiera nipponica, una pattuglia di stanza nell’area ha tratto in salvo i sei membri dell’equipaggio di un peschereccio affondato alle prime ore dell’alba. Sono in corso le ricerche di altri marinai dati al momento per dispersi. 

L’incidente con il cargo ellenico Anangel Courage è avvenuto 65 km al largo delle coste delle isole Senkaku. Il governo cinese avrebbe ringraziato il Giappone per il tempestivo intervento. 

Nell’ultimo periodo le navi guardacoste del Sol Levante di stanza a Naha, nella prefettura di Okinawa, sono in stato di massima allerta in seguito alla crescente attività di imbarcazioni cinesi nella zona delle isole contese.

Fino a 300 navi battenti bandiera di Pechino sono state avvistate nella cosiddetta zona di contiguità, al largo delle acque territoriali giapponesi, alcune delle quali hanno sconfinato. Per questo Tokyo ha sollevato a più riprese proteste ufficiali nei confronti di Pechino. In risposta, l’ambasciatore cinese in Giappone Cheng Yonghua ha affermato che dietro lo sconfinamento vi sarebbe “un enorme quantitativo di pesce” avvistato nella zona e al quale le imbarcazioni avrebbero dato la caccia. 

Intanto il Dipartimento di Stato americano conferma il proprio sostegno al Giappone nella controversia che vede opposte Tokyo e Pechino per l’egemonia nelle acque contese del mar Cinese orientale. La portavoce Elizabeth Trudeau conferma la posizione contraria degli Stati Uniti verso ogni “azione unilaterale che metta a rischio il controllo delle isole Senkaku da parte del Giappone”. Le isole, ha aggiunto l’altro funzionario di Washington, “sono sotto l’amministrazione” del Sol Levante “dal Trattato di reversione delle Okinawa nel 1972”. 

Ad acuire le crescenti tensioni nella regione Asia-Pacifico vi è anche la politica “imperialista” di Pechino nei mari, affiancata da una campagna di militarizzazione - seppur smentita nelle dichiarazioni ufficiali - di una serie di atolli nel mar Cinese meridionale. Dalle ultime immagini satellitari (nella foto) provenienti dalla regione emerge che la Cina ha realizzato una serie di hangar e lo stanziamento di diversi caccia sulle Fiery Cross, Subi e Mischief Reefs. A questi si aggiungono torri di avvistamento, basi navali e rampe per il lancio di missili balistici terra-aria. 

Una mossa destinata ad innalzare il livello di scontro - finora solo verbale - con le nazioni dell’area (soprattutto Hanoi) e gli Stati Uniti, interessati da tempo al controllo della regione. Le foto satellitari confermano il ritmo e la portata delle istallazioni militari cinesi nelle isole contese in cui, solo due anni fa, esistevano solo atolli e barriere coralline. Gli scatti mostrano in particolare la realizzazione di hangar in grado di ospitare i caccia dell’aviazione cinese. 

Alla crescente militarizzazione voluta da Pechino risponde anche il Vietnam, che ha piazzato di recente un nuovo sistema difensivo in chiave anti-cinese su diversi atolli della zona.