Bombe nel sud della Thailandia: quattro morti e decine di feriti

Gli ordigni sono esplosi in cinque luoghi turistici differenti, seminando il panico fra la popolazione. In questi giorni i thailandesi festeggiano il compleanno della regina. Gli attacchi non sono stati rivendicati e la polizia ha escluso la pista del terrorismo internazionale.

 


Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Una serie di esplosioni ha colpito nelle ultime 24 ore alcune città nel sud della Thailandia facendo quattro morti e decine di feriti. Quattro ordigni sono esplosi nella notte di ieri a Hua Hin, centro turistico a 180 chilometri a sud di Bangkok, uccidendo due persone e ferendone almeno 22 (fra cui due italiani).

Nelle prime ore di oggi altre bombe sono esplose in quattro città: due davanti ad una centrale di polizia a Surat Thani (un morto e diversi feriti); due a Patong, sull’isola di Phuket; una a Trang (un morto); una nella spiaggia di Phang Nga. Tutte le bombe sarebbero detonate grazie ad un segnale partito da telefoni cellulari.

Gli attentati sono avvenuti nei giorni in cui i thailandesi festeggiano l’84mo compleanno della regina Sirikit e a ridosso del primo anniversario della bomba che il 19 agosto 2015 uccise 20 persone al tempio Erawan di Bangkok. Inoltre, il Paese ha appena approvato con un referendum la nuova Costituzione proposta dalla giunta militare al governo.

Anche la scelta di colpire Hua Hin potrebbe essere letta in chiave anti-regale, in quanto è la residenza preferita del re al di fuori di Bangkok.

Al momento gli attacchi non sono stati rivendicati da nessuno, anche se la polizia ha escluso la pista del terrorismo internazionale. Il primo ministro Payut Chan-o-cha ha dichiarato: “Le bombe sono un tentativo di creare caos e confusione”. “Per quale motivo – ha chiesto parlando ai giornalisti – gli ordigni hanno colpito nel momento in cui il nostro Paese sta procedendo verso la stabilità, una migliore economia e turismo? E chi lo ha fatto? Dovete scoprirlo”.

In episodi simili accaduti in passato i sospetti sono caduti spesso sui sostenitori dell’ex premier in esilio Thaksin Shinawatra. Gli abitanti delle regioni colpite, però, hanno votato con grande maggioranze a favore della nuova Costituzione, rendendo più facile l’attribuzione della responsabilità del gesto ai ribelli secessioni musulmani. Questi, mai sottomessisi al dominio di Bangkok, portano avanti una guerriglia che dal 2004 ha causato 6500 morti.