Rimandato ancora una volta il processo per “sovversione” contro l’attivista Su Changlan

La polizia non riesce a trovare prove evidenti per sostenere l’accusa. Nel 2014, su internet la donna ha espresso il suo sostegno per il movimento democratico di Occupy Central a Hong Kong. I familiari tenuti all’oscuro di tutto.


Guangzhou (AsiaNews/Rfa) – Le autorità del Guangdong hanno prolungato ancora una volta la detenzione dell’attivista per i diritti umani Su Changlan. La donna è stata arrestata nell’ottobre del 2014 ed è in carcere, ancora senza processo, con l’accusa di “incitamento alla sovversione del potere dello Stato”. Tale “incitamento” è dovuto al fatto che la donna, 45 anni, su internet ha espresso sostegno al “movimento degli ombrelli”, e ai sit-in pro-democrazia di Occupy Central ad Hong Kong.

Secondo Liu Xiaoyuan, l’avvocato difensore, il processo non si riesce a fare per mancanza di prove evidenti di “sovversione”.

Liu ha dichiarato: “Ne contenuto dei sui post non c’è nulla che possa dirsi incitamento alla sovversione del potere dello Stato e Su Changlan ha già detto ai giudici che questa non era per nulla la sua intenzione”.

Il governo cinese ha bollato il movimento pro-democrazia di Occupy Central come una protesta illegale sostenuta da “forze straniere ostili”. La Chiesa cattolica di Hong Kong, per mezzo di Giustizia e pace, ha dichiarato invece che il movimento è stato un momento di grande responsabilità civile e non aveva per nulla l'idea di sovvertire alcun governo.

Il marito di Su, Chen Dequan, è preoccupato per la salute della moglie. Egli ha diverse volte domandato alla polizia di avere informazioni sulla sua salute, come pure su pretese “confessioni” del crimine di cui la si accusa. Ma la polizia non ha mai risposto.