Arif Sadiq ha iniziato a offrire i suoi passaggi come voto alla Madonna. A quel tempo non riusciva ad avere figli; ora ne ha cinque. Quest’anno ha trasportato 60 cristiani di un insediamento vicino Lahore. Durante il viaggio canti alla Vergine. Poi preghiere, offerte e la messa conclusiva.
Mariamabad (AsiaNews) – Da 20 anni un autista cattolico offre passaggi gratuiti ai pellegrini di Lahore che si recano al santuario mariano nazionale di Mariamabad, a 200 km di distanza. Arif Sadiq, 48 anni, spiega ad AsiaNews che questa sua iniziativa nasce come voto alla Madonna. “Ho promesso a Maria – dice – che le avrei portato quanti più fedeli possibile, nella speranza di essere benedetto con il dono di un bambino”.
Sadiq ha chiesto la grazia dopo quattro anni di matrimonio. Lui e la moglie non riuscivano ad avere figli, ma dopo quel voto la sua vita è stata benedetta dalla nascita di cinque bambini.
Il santuario mariano di Mariamabad [“città di Maria” in lingua urdu, ndr] è meta ogni anno di pellegrinaggio in occasione della festa della nascita della Madre di Gesù. Quest’anno le celebrazioni si sono svolte dal 9 all’11 settembre e concluse con una messa officiata da mons. Sebastian Shah, arcivescovo di Lahore.
Sadiq carica sul retro del suo camioncino quanti più fedeli possibile della parrocchia di san Paolo di Lahore. Quest’anno ha trasportato 60 persone dell’insediamento Ahata Malik Basu: uomini, donne e soprattutto giovani, che altrimenti avrebbero dovuto percorre a piedi o con altri mezzi la distanza.
L’uomo racconta: “Sono contento di trasportare persone che pregano con qualsiasi condizione climatica, sia con il sole che con la pioggia. Preghiamo prima e dopo l’imbarco dei passeggeri”. Egli riferisce che un viaggio simile, per un camioncino a sei ruote, costa più di 6mila rupie [50 euro], compresi carburante e pedaggi, ma “questo è il mio contributo per aiutare la missione della Chiesa”.
Di norma durante l’anno, le regole stradali di Lahore vietano l’ingresso in città dopo le 11 di sera ai mezzi che trasportano merci e più di tre persone. Ma durante i giorni del pellegrinaggio, queste restrizioni vengono “rilassate” per consentire maggiore libertà ai pellegrini.
Il viaggio del camioncino è iniziato il 10 settembre, dopo che i più piccoli hanno aiutato a disporre sul fondo materassi, cuscini e teloni. “L’eccitazione nell’aria era palpabile”, racconta Sadiq. Dietro la cabina dell’autista è stato affisso un poster con l’immagine di Maria e i fedeli hanno trascorso le lunghe ore di viaggio intonando canzoni e inni alla Vergine.
Il trasporto è durato otto ore, anche se in condizioni normali di traffico se ne impiegano due e mezza. Boota Masih ha viaggiato con la sua famiglia e racconta: “Le strade sono bloccate per il maggiore afflusso del weekend e la coincidenza con la festa di Eid-al-Adha [la “festa del sacrifico a Dio” che segna la fine del pellegrinaggio alla Mecca, ndr]. Alcuni bambini sono rimasti intossicati dalla polvere e dallo smog. Ma noi amiamo viaggiare insieme. Tutti si conoscono, raccontiamo barzellette e per le donne non è necessario indossare il purdah [il velo]”. “I bambini – continua – le tengono lontane dagli sguardi indiscreti degli altri camioncini e poi possiamo fermarci dove vogliamo per comprare da mangiare”.
Arrivati a destinazione, con sole tre ore di sonno alle spalle, i pellegrini sono stati ridestati dal suono dei canti che proveniva dai veicoli vicini. Nel santuario hanno acceso candele e pregato la Vergine (v. video). Nella funzione conclusiva mons. Shah ha dato il benvenuto ai pellegrini provenienti da ogni parte del Paese e li ha invitati ad insegnare ai loro figli misericordia e accoglienza. “Oggi annuncio – ha esclamato – il movimento della misericordia. Siamo stati scelti per prenderci cura degli altri in un Paese dilaniato dal terrorismo. Una generazione benevola può assicurare una Chiesa matura e autonoma”.