Goa, cristiani contro il piano turistico che “distrugge persone e risorse”

Il governo locale ha approvato il “Goa Tourism Master Plan and Policy 2016”. Verranno creati luoghi di svago, attrezzate spiagge per la vita diurna e aperti locali per le feste. “Il piano considera solo la promozione del commercio e dei profitti”. Il turismo sfrenato ha già provocato l’inquinamento del fiume, l’intossicazione dei pesci. “La cultura dei casinò ha distrutto le famiglie”.


Panaji (AsiaNews) – Una organizzazione cristiana di Goa respinge il piano turistico decretato per l’anno in corso, in quanto esso “distrugge le persone e lo Stato”. Di recente il Dipartimento per il turismo dello Stato indiano ha approvato il “Goa Tourism Master Plan and Policy 2016”, un pacchetto di iniziative che vuole rendere il territorio un’attrazione turistica. P. Maverick Fernandes, del Centro per il turismo responsabile (Crt), afferma ad AsiaNews che il progetto “doveva assicurare lo sviluppo di un turismo etico e non sfruttatore ponendo l’attenzione su pianificazione, regolamentazione, coordinazione, ricerca, protezione, educazione e consapevolezza. Doveva rafforzare le istituzioni e le capacità locali. Invece esso considera solo la promozione del commercio e dei profitti”.

In base al nuovo piano, sul territorio verranno creati luoghi di svago, attrezzate spiagge per la vita diurna e aperti locali per le feste. Il p. Fernandes denuncia che in questo modo le “autorità di Goa hanno deciso di vendere lo Stato e le persone che qui vivono. Il progetto del governo ha solo intenzione di aprire le porte al turismo, senza tentare di capire cosa accadrebbe all’ambiente costiero e nell’entroterra”.

Bosco de Sousa Eremita, giornalista cattolico, aggiunge: “Anche se in via ufficiale il piano è stato deciso per il bene della popolazione, il primo obiettivo è garantire profitto agli uomini d’affari. La popolazione locale sarà l’ultima a trarre qualche beneficio. Molti hanno già serrato i negozi e sono emigrati nell’ovest del Paese. Quest’anno 27mila cattolici di Goa (il 90% del totale) si sposteranno in altre parti”.

Eremita afferma che già lo Stato “è ultra-sfruttato. Le nostre risorse sono inquinate. I pesci del fiume Mandovi sono tossici a causa del trattamento selvaggio delle acque, inquinate dagli scarichi della città e dei casinò che si affacciano sul fiume”.

Goa, aggiunge, “ha già perso una generazione perché i nostri giovani seguono le tendenze dominanti. Nella corsa ad accumulare denaro, essi si trincerano nell’ambito della droga, degli stupri e degli omicidi”.

Inoltre anche la vita delle famiglie è distrutta, perché “la cultura dei casinò ormai è parte integrante delle famiglie e le sta riducendo in povertà”. “Ma nessuno se ne preoccupa – conclude il giornalista – e sembra che il governo stia moltiplicando la promozione di questi vizi non curandosi delle ripercussione che essi hanno sulla popolazione”. (SD)