Studiosi Usa: 100mila persone morte per i roghi in Indonesia

Un rapporto pubblicato da Harvard e Columbia University svela i danni causati dall’emergenza che lo scorso anno ha tenuto in scacco Jakarta, Singapore e Kuala Lumpur. Gli scienziati hanno calcolato le morti premature di adulti dovute alla polvere sottile Pm 2.5. Il ministro dell’Ambiente indonesiano non ha commentato. La Malaysia nega la veridicità dei dati: “Non abbiamo riscontrato alcun aumento di malattie respiratorie”.

 


Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – L’emergenza roghi che nel 2015 ha messo in ginocchio per diversi mesi l’Indonesia avrebbe causato almeno 100mila morti premature, dovute all’intossicazione da fumo. Lo rivela uno studio pubblicato il 19 settembre scorso dagli studiosi di Harvard e Columbia University sulla rivista Enviromental Research Letters.

Gli scienziati si sono basati su immagini satellitari, modelli di impatto sulla salute dell’esposizione al fumo e sui dati delle stazioni di monitoraggio dell’inquinamento. Secondo il rapporto, per cause legate alla cattiva qualità dell’aria sono morte 91.600 persone in Indonesia, 6.500 in Malaysia e 2.200 a Singapore.

Da settembre a novembre 2015, i fumi causati dagli incendi dolosi in più parti dell’Indonesia hanno messo in ginocchio la popolazione: i trasporti sono rimasti bloccati, le scuole hanno chiuso e in alcune province il tasso d’inquinamento è stato 10 volte superiore al limite. Intere foreste sono state bruciate per fare spazio alle colture di olio di palma. Secondo i dati del ministero della Salute, 27 milioni di persone sono state colpite e almeno 425.700 hanno avuto infezioni respiratorie dovute ai fumi.

Complice il fenomeno meteorologico El Niño, quella dello scorso anno è stata l’emergenza peggiore dal 1997. I roghi hanno generato 600 milioni di tonnellate di gas serra (equivalente all’emissione annuale della Germania). Jakarta aveva annunciato solo 19 decessi per i danni causati dall’inquinamento. Il ministero dell’Ambiente indonesiano non ha commentato le cifre del nuovo rapporto. Negli ultimi mesi il governo ha insistito su misure preventive, che dovrebbero evitare il ripetersi di un’emergenza simile.

I numeri rivelati dai ricercatori di Harvard e Columbia potrebbero anche rivelarsi al ribasso. Lo studio, infatti, analizza solo l’impatto su persone adulte della polvere sottile Pm 2.5. Non si hanno quindi dati disponibili sui danni subiti da bambini o causati da altre particelle.

Le autorità malaysiane hanno negato la veridicità dello studio, affermando di non aver registrato morti collegabili all’emergenza roghi. Datuk Dr S. Jeyaindran, vice ministro dell’Ambiente, ha affermato: “Non abbiamo riscontrato un aumento nel numero di malattie respiratorie dovute ai fumi”.