Hu Jia: un futuro incerto per la famiglia di Liu Xiaobo

Senza possibilità di contatti esterni la moglie di Liu Xiaobo è sotto stretta sorveglianza della polizia e a stento va a trovare il marito in prigione.


Pechino (AsiaNews/Rfa) - “Sei anni dopo aver vinto il premio Nobel per la pace, sembra improbabile che a Liu Xiaobo, dissidente cinese in prigione, sia concessa la “libertà per motivi di salute” all’estero come altri dissidenti di alto profilo hanno fatto prima di lui”, un collega ha detto a Radio Free Asia (Rfa).

È improbabile che Liu (60 anni) sia liberato perché non ha mai ammesso il reato a lui imputato. Da quando il suo premio Nobel è stato annunciato nel 2010, per l’ira di Pechino, la moglie di Liu, Xia, è restata agli arresti domiciliari e sotto stretta sorveglianza della polizia. Ogni contatto con amici e colleghi attivisti gli è stato negato.

“Liu Xia fa visita a Liu Xiaobo in modo regolare, una volta al mese, ma in realtà siamo in una situazione di stallo”, ha detto a Rfa Hu Jia, attivista di Pechino e amico stretto di Liu, il 7 ottobre scorso.

Il contatto stesso di Hu con Liu Xia è stato molto limitato dato che suo fratello Liu Hui, in galera da 11 anni con accuse di corruzione dal 2013, è stato rilasciato su cauzione pur se con severe limitazioni. “Liu Xia è stata avvertita che suo fratello potrebbe tornare in prigione se lei avesse qualsiasi contatto con il mondo esterno, inclusi i colleghi attivisti, diplomatici stranieri o giornalisti”, dice Hu.

Hu dichiara inoltre che Liu Hui non può neanche avere una conversazione con Liu Xia dalla finestra perché è effettivamente tenuto in ostaggio per assicurare che Liu Xia rimanga in silenzio.

“Aver tagliato i legami con i suoi attivisti rappresenta oggi un grande ostacolo al nostro coinvolgimento e ai possibili sforzi che potremmo fare al posto suo”, dichiara Hu.

Secondo Hu è anche improbabile che Liu Xiaobo accetti qualsiasi compromesso offertogli dal Partito comunista cinese. “Per esempio, se andasse in esilio all’estero, avrebbe la sua libertà e sicurezza, ma la sua capacità di avere un impatto sulla società cinese scomparirebbe”, dice Hu.

L’attivista Xu Qin, che lavora per il China Human Rights Observer, gruppo fondato da un attivista in prigione Qin Yongmin, ha detto che il premio Nobel di Liu ha comunque ancora un forte valore simbolico. “Il nome di un premio Nobel in sé manda un messaggio”, dice Xu. “Rappresenta un gruppo di persone, normali cittadini cinesi”. “Il suo premio è un simbolo dell’amore dei cinesi per i diritti umani”, aggiunge.

Civil Rights and Livelihood Watch, una ong dell’Hubei, ha detto in una recente dichiarazione che le autorità cinesi stanno sempre di più prendendo di mira i parenti dei dissidenti per perseguitarli.

Liu Feiyue, fondatore e portavoce della ong, dichiara che “il reato per associazione” sta diventando sempre più comune dato che il governo cerca di far fuori ogni accenno di opposizione e di opinioni dissenzienti.

“Le minacce, l’intimidazione e il terrorismo contro i membri della famiglia è un esempio terribile di violazione dei diritti umani”, dice Liu. “E’ un male che va oltre ogni misura  umanamente accettabile”. “In aggiunta a ciò c’è il fatto che le autorità stanno usando queste tattiche diaboliche sempre più di frequente e in modo sempre più severo”, sottolinea Liu.