La clemenza di re Abdullah, solo per i musulmani

Riyadh (AsiaNews) – Il nuovo re dell'Arabia saudita ha graziato i questi giorni 5 attivisti, fra i quali 3 riformisti che chiedevano una monarchia costituzionale.

Abdullah ha anche "perdonato" un gruppo di libici accusati di complotto per assassinarlo.

I parenti dei sauditi graziati hanno elogiato la clemenza del re come un passo di novità nell'ultra conservatore regno saudita, a una settimana dalla nomina del nuovo re.

Fra i riformisti liberati vi sono Ali al-Demaini, Abdullah al-Hamed e Matruk al-Faleh, condannati rispettivamente a 9, 7 e 6 anni di prigione per "sedizione e disobbedienza ai regnanti".

I tre fanno parte di un gruppo di 12 attivisti arrestati nel marzo 2004, accusati di chiedere la riforma della monarchia e di "usare una terminologia occidentale". Gli altri sono già stati rilasciati in precedenza, dietro promessa che non avrebbero mai più pubblicizzato le riforme.

Il re ha pure perdonato l'integralista islamico Saeed bin Zueir, professore di comunicazioni condannato a 5 anni per aver giustificato pubblicamente alcuni attacchi terroristi a Riyadh.

Molti osservatori sostengono che questa "clemenza" sia in realtà una mossa politica: la condanna degli attivisti era stata mal vista dagli Stati Uniti e dalle organizzazioni umanitarie internazionali. La loro liberazione diminuisce la tensione con l'estero e all'interno. Anche la mossa per liberare i libici è – secondo gli osservatori  - un modo per "serrare le fila" nel mondo arabo e ritornare ad essere amici con la Libia.

Un fatto da notare è che tutte le "grazie" sono rivolte solo a musulmani. Eppure, secondo notizie di AsiaNews, nelle carceri saudite vi sono decine di cristiani imprigionati ingiustamente per aver espresso la loro fede in incontri privati.

In tutto il mondo islamico il regno saudita è considerato il "più corrotto della terra".