Patriarcato di Mosca: con Trump gli americani hanno votato per il cambiamento
di Nina Achmatova

Il metropolita Hilarion, capo della diplomazia della Chiesa ortodossa russa, esprime “speranza” nel miglioramento delle relazioni internazionali grazie al nuovo presidente Usa. “Miope e sbagliata” la politica americana in Medio Oriente. Le congratulazioni di Kirill. Collaborare contro l'estremismo e il terrorismo.


Mosca (AsiaNews) - Votando Donald Trump come presidente, il popolo americano ha fatto la sua scelta “per il cambiamento”. Così il capo del dipartimento Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, il metropolita Hilarion, ha commentato con Interfax il risultato delle elezioni negli Stati Uniti, dove la campagna elettorale è stata caratterizzata da una forte presenza della Russia, accusata di interferire, in diverso modo, nell’appuntamento alle urne.

Hilarion ha sottolineato che “le elezioni presidenziali sono un affare interno degli Stati Uniti”, ma ha rivelato di aver seguito “con grande interesse” l’Election Day sui media americani, come la Cnn, dove “i commentatori erano scioccati e hanno cercato di trovare una spiegazione” al fatto che si stava materializzando la vittoria del candidato repubblicano su Hillary Clinton.

“Qualcuno dava la colpa al direttore dell’Fbi, altri dicevano che il colpevole era la Russia”, ha raccontato il metropolita, riferendosi alle accuse mosse da più parti a Mosca di aver assoldato hacker per screditare la Clinton e il suo partito. 

Ma per il capo della diplomazia del Patriarcato russo, l’aspetto più importante di queste elezioni è “la questione del Medio Oriente”. “La politica americana, a partire dal rovesciamento di Saddam Hussein e fino ai fatti più recenti in Siria è stata, dal mio punto di vista, miope e sbagliata”, ha denunciato Hilarion. “Rovesciando i regimi che esistevano nei paesi mediorientali, uno dopo l’altro e presumibilmente in nome della democrazia, l’America non ha portato la regione verso la democrazia e la prosperità. - ha aggiunto - Al contrario, ha provocato caos, l’esodo di massa di civili, il genocidio di minoranze etniche e religiose. I terroristi del cosiddetto Isis non avrebbero avuto così tanto successo in Siria e Iraq, se non avessero avuto il sostegno internazionale”. 

A detta del metropolita, “Trump ha parlato di tutte queste cose in modo diretto e chiaro. Ha criticato il governo americano per la sua politica in Medio Oriente, per aver abbandonato l’alleanza con la Russia e il popolo americano lo ha ascoltato”. 

Nonostante le aperture verso Mosca espresse - finora a parole - dal presidente eletto, Hilarion ha invitato a “non lasciarsi prendere dall’euforia”. “Il tempo mostrerà che tipo di presidente sarà - ha concluso - se rispetterà le promesse fatte durante la campagna elettorale. Ma la sua elezione, comunque, dà speranza in un miglioramento dell’intero sistema delle relazioni internazionali e nella creazione di una coalizione globale contro il terrorismo”.

Subito dopo la vittoria di Trump, lo stesso Kirill, patriarca ortodosso di Mosca, ha inviato le sue congratulazioni al neo-eletto. “Il mondo – scrive Kirill nel suo messaggio - Sta affrontando oggi molte drammatiche sfide e gli Stati Uniti hanno un ruolo importante da giocare per rispondervi. E’ solo attraverso lo sforzo comune che le persone possono opporsi all’estremismo, al terrorismo e difendere i valori fondamentali dei più alti valori morali, su cui sono basati i diritti umani e la dignità”.

Donald Trump è un cristiano presbiteriano. Nel suo staff che lo ha portato alla vittoria ha inserito diversi cristiani protestanti e ortodossi (v. foto)