Jakarta, arrestato l'istigatore delle proteste contro il governatore cristiano
di Mathias Hariyadi

Buni Yani, ex giornalista e professore di comunicazione, è accusato di aver manipolato le parole di Ahok e aver aizzato i gruppi musulmani radicali. Una petizione che chiedeva la sua accusa ha raccolto più di 100mila firme. Gli integralisti promettono nuove manifestazione per il 2 dicembre.


Jakarta (AsiaNews) – La polizia indonesiana ha arrestato e inserito nel registro dei sospettati Buni Yani, ex giornalista e professore di comunicazione, accusato di aver aizzato le proteste del 4 novembre scorso contro il governatore cristiano di Jakarta. Nei giorni successivi la manifestazione, una petizione che chiedeva un processo contro Yani aveva raccolto più di 100mila firme. L’ex giornalista ha confessato di aver manipolato le parole di Basuki Tjahaja Purnama detto “Ahok”, rendendole un insulto all’islam e generando le accuse di blasfemia contro il politico.

Yani è stato inserito nell’elenco dei sospettati dopo diverse ore di interrogatorio da parte delle polizia. Egli sarebbe colpevole di diffamazione e manipolazione in materia religiosa, una delle quattro dimensioni tutelate dall’ex presidente Suharto (1967-1998). Chiunque fosse stato colpevole di crimine in una delle cosiddette Sara (Suku, etnicità; Agama, religione; Ras, razza e Adat-istiadat, costumi locali) era punito in modo severo. Ora, dopo la Riforma del 1998 seguita alla caduta di Suharto, gli indonesiani godono di più libertà di espressione e della possibilità di criticare. Parte della società civile si chiede se questa libertà non sia diventata troppo ampia.

Tramite il suo profilo Facebook, Yani ha espresso il suo disappunto per l’arresto: “Ora ho bisogno dei miei amici e del sostegno di tutti i musulmani. Sono in stato di arresto e non posso andare a casa”. Sempre attraverso il social network Yani aveva accusato Ahok di aver “compiuto una diffamazione religiosa”, dopo aver modificato una frase pronunciata dal governatore durante un comizio.

Dopo la protesta di massa del 4 novembre (a cui hanno partecipato almeno 100mila persone) e l’iscrizione di Ahok nel processo per blasfemia, i gruppi musulmani radicali promettono nuove manifestazioni contro il governatore. Il Gerakan Nasional Pengawal Fatwa (Gnpf, movimento nazionale per la difesa della fatwa) sta organizzando una “preghiera di massa” nelle vie centrali di Jakarta il prossimo 2 dicembre. La polizia e l’esercito hanno detto che non tollereranno alcuna attività di protesta.

Il Nahdlatul Ulama (Nu) e il Muhammadiyah, i due maggiori gruppi musulmani moderati, hanno pubblicato una dichiarazione in cui si distanziano dal Gnpf e accusano gli organizzatori dell’evento del 2 dicembre di manipolare senza permesso i simboli dei movimenti moderati.