Taiwan, lavoratori thailandesi in rivolta

Vengono pagati con denaro 'sostitutivo' valido solo in alcuni negozi di proprietà della compagnia che li assume; a chi lavora fino a tardi viene negata la cena.


Taipei (AsiaNews/Scmp) – Circa 300 lavoratori di nazionalità thailandese hanno dato fuoco il 21 agosto ad alcuni edifici di Kangshan – parte sud di Taiwan - durante una protesta notturna legata alle loro condizioni di vita. Gli uomini sono impegnati nella costruzione della metropolitana di Kaohsiung e lamentano "regole irragionevoli" nei loro dormitori. Durante la protesta – durata 17 ore - gli uomini hanno incendiato case ed autovetture ed hanno usato delle fionde per lanciare sassi contro la polizia chiamata ad intervenire.

I lavoratori parlano di "gestione ingiusta ed inumana" da parte dell'agenzia di manodopera che li ha assunti per lavorare. "Non solo – dice uno dei lavoratori – non ci è permesso usare telefoni cellulari nei dormitori, ma veniamo pagati con denaro 'sostitutivo' che può essere speso solo nei negozi gestiti dalla compagnia che ci ha assunto". I prodotti in vendita in questi esercizi commerciali sono più cari di quelli sul mercato libero. Ai lavoratori non è permesso bere all'interno dei dormitori e viene loro tolto cibo ed acqua se rientrano tardi: la punizione viene applicata anche a chi è costretto a fare gli straordinari.

La rivolta si è placata con un accordo fra i lavoratori, l'agenzia di manodopera ed il committente del lavoro, l'ufficio municipale dei Trasporti della città di Kaohsiung. "Hanno accettato di tornare al lavoro – dice Fang Lai-chin, direttore dell'ufficio del Lavoro chiamato a mediare – dopo la promessa da parte della compagnia di alleggerire le regole fra cui l'uso dei cellulari nel dormitorio, il cibo anche per chi rientra tardi e la trasmissione in televisione di programmi thailandesi".

Lai Ching-lin, vice presidente del Consiglio Affari del lavoro, aggiunge che i lavoratori che verranno giudicati colpevoli di aver istigato la rivolta verranno deportati e che all'ufficio Trasporti è stato negato il permesso di assumere altri 800 lavoratori per "non aver rispettato le regole base del lavoro".