Membro del Partito critica il “culto” di Mao: licenziato

Zuo Chunhe, vicedirettore dell’Ufficio per la cultura e le comunicazioni di Shijiazhuang, ha chiamato Mao “un diavolo”. È colpevole di “considerazioni errate” e di violazione della disciplina del Partito. A nessuno è permesso di studiare i punti critici della storia di Mao e del Partito.


Shijiazhuang (AsiaNews) – La censura officiale nella provincia dell’Hebei, ha portatoal licenziamento un alto membro del Partito, reo di aver criticato il Grande Timoniere Mao Zedong e disprezzato il culto alla sua personalità.

Zuo Chunhe (v. foto), vice-direttore dell’Ufficio per la cultura e le comunicazioni di Shijiazhuang, ha osato postare sul Weibo (il Twitter cinese), commenti su Mao Zedong che lo definiscono “un diavolo”, bollando le commemorazioni annuali per il compleanno del leader cinese, che si tengono attorno al 26 dicembre, come “l’attività di culto più grande del mondo”.

Ieri lo stesso Ufficio ha diramato un comunicato in cui afferma di aver licenziato Zuo Chunhe per “aver postato considerazioni errate” e per aver “violato in modo serio la disciplina del Partito”.

Ai tempi di Deng Xiaoping la retorica del Partito comunista cinese ha stabilito che il Grande Timoniere - che ha fatto “levare” la Cina, unificandola di fronte al mondo -  ha compiuto “il 30%” di errori. Ma non è permesso a nessuno di studiare la salita di Mao al potere e la sua gestione né ai tempi della Lunga marcia (in cui egli ha eliminato via via i suoi oppositori), né ai tempi del Grande Balzo in avanti (che ha provocato la morte per fame di almeno 35 milioni di cinesi), né ai tempi della Rivoluzione culturale (che ha portato il Paese alla guerra civile).

In compenso, vi sono molti membri “di sinistra” del Partito che lo esaltano per criticare lo scivolamento della Cina verso il capitalismo selvaggio che si nota oggi.

Agli inizi del mese, Deng Xiaochao, un professore cinese, è stato licenziato per aver criticato le celebrazioni del compleanno di Mao.