La prima volta di Xi Jinping a Davos

Il presidente cinese ha aperto i lavori del Forum economico mondiale difendendo la globalizzazione e il libero mercato. Il “protezionismo” e la “manipolazione” dello yuan da parte della Cina. Almeno 32 persone che manifestavano per il Tibet libero sono state arrestate.


Davos (AsiaNews) – Per la prima volta al Forum economico mondiale e per la prima volta come esperienza personale, un presidente cinese, Xi Jinping, ha offerto il suo discorso inaugurale difendendo la globalizzazione e condannando il protezionismo (v. foto 1).

L’incontro sulle montagne svizzere, alla sua 47ma edizione, raduna migliaia di finanzieri, imprenditori di multinazionali, insieme a decine di personalità politiche per studiare lo stato del mondo dal punto di vista economico e comprenderne le prospettive. Iniziato oggi, proseguirà fino al 20 gennaio.

Le premesse non erano molto positive: alla crisi economica mondiale, si aggiungono un’Europa sempre più divisa e tentata dal populismo e un’amministrazione americana che a detta del presidente eletto Donald Trump vuole badare anzitutto alla propria economia, salvando i posti di lavoro negli Usa. Trump ha anche promesso di mettere tasse sui prodotti provenienti dal Messico e anche su quelli cinesi, accusando Pechino di essere un “manipolatore di valuta”, abbassando il valore dello yuan in modo artificiale per rendere concorrenziali i suoi prodotti all’estero.

Di fronte al particolarismo, al protezionismo e al populismo si è levata oggi la voce soffice e calda di Xi Jingping che ha difeso i benefici della globalizzazione e del libero mercato. “Quelli che spingono per il protezionismo vogliono chiudersi in una casa buia. Essi sfuggono la pioggia e le nuvole all’esterno, ma si privano anche dello splendore del sole”. “Ogni sforzo di frenare la globalizzazione non avrà successo”.

Xi ha anche aggiunto che l’economia cinese non svaluterà lo yuan e continuerà ad aprire agli investimenti stranieri.

Egli ha pure sottolineato che sebbene la globalizzazione abbia prodotto problemi quali uno sviluppo non omogeneo e differenze enormi di ricchezze, non si può imputare ad essa la responsabilità della crisi economica scoppiata nel 2008.

Ad alcuni analisti presenti, che hanno preferito l’anonimato, le frasi suadenti di Xi sono sembrate come un paravento. Da tempo ministri degli esteri europei chiedono alla Cina di togliere limiti agli investimenti stranieri. E quanto al protezionismo, le merci cinesi si avvalgono di aiuti statali che riducono il loro prezzo in una maniera impressionante. Sul valore dello yuan essi fanno notare che solo quest’anno la moneta cinese è stata svalutata del 7%, l’apprezzamento più alto dal 1994.

Xi Jinping è arrivato in Svizzera due giorni fa. A Berna, nella capitale svizzera, lo attendevano centinaia di svizzeri e di tibetani che hanno manifestato davanti al parlamento con cartelli e scritte del tipo “Tibet libero” e “Non fate affari con gli assassini” (v. foto 2).

La polizia aveva dato ordine che la manifestazione durasse fino a poche ore prima dell’arrivo in città del presidente cinese. Diverse decine di manifestanti non hanno accettato il limite e sono stati imprigionati dalla polizia. Almeno 32 persone sono in custodia. La polizia ha anche evitato che un giovane si desse fuoco, ricordando le immolazioni di monaci e laici che avvengono in Tibet.