Papa: l’antisemitismo è “contrario in tutto ai principi cristiani e ad ogni visione che sia degna dell’uomo”

Ricevendo una delegazione della “Anti-Defamation League”, Francesco dice che “di fronte alla troppa violenza che dilaga nel mondo, siamo chiamati a un di più di nonviolenza, che non significa passività, ma promozione attiva del bene”.

 


Città del Vaticano (AsiaNews) – La Chiesa cattolica ribadisce la sua condanna dell’antisemitismo, “tutt’oggi ancora diffuso”,  “come contrario in tutto ai principi cristiani e ad ogni visione che sia degna dell’uomo”. E’ tornato ad affermarlo oggi papa Francesco nel discorso che ha rivolto a una delegazione della “Anti-Defamation League”, nel quale ha anche sottolineato l’importanza della cultura della riconciliazione e dell’incontro.

“Il nostro incontrarci – ha detto Francesco - è un’ulteriore testimonianza, oltre che dell’impegno comune, della forza benefica della riconciliazione, che risana e trasforma le relazioni. Per questo rendiamo grazie a Dio, che certamente si rallegra vedendo l’amicizia sincera e i sentimenti fraterni che oggi animano Ebrei e Cattolici”.

“Se la cultura dell’incontro e della riconciliazione genera vita e produce speranza, la non-cultura dell’odio semina morte e miete disperazione. Lo scorso anno mi sono recato al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau (nella foto). Non ci sono parole e pensieri adeguati di fronte a simili orrori della crudeltà e del peccato; c’è la preghiera, perché Dio abbia pietà e perché tali tragedie non si ripetano. Per questo continuiamo ad aiutarci gli uni gli altri, come auspicava il Santo Padre Giovanni Paolo II, ad «abilitare la memoria a svolgere il suo necessario ruolo nel processo di costruzione di un futuro nel quale l’indicibile iniquità della Shoah non sia mai più possibile» (Lettera introduttiva al documento Noi ricordiamo: una riflessione sulla Shoah, 12 marzo 1998): un futuro di autentico rispetto per la vita e per la dignità di ogni popolo e di ogni essere umano”.

“Purtroppo, l’atteggiamento antisemitico, che nuovamente deploro, in ogni sua forma, come contrario in tutto ai principi cristiani e ad ogni visione che sia degna dell’uomo, è tutt’oggi ancora diffuso. Ribadisco che «la Chiesa cattolica si sente particolarmente in dovere di fare quanto è in suo potere, insieme ai nostri amici ebrei, per respingere le tendenze antisemite» (Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo, Perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili, 47). Oggi più che in passato, la lotta all’antisemitismo può fruire di strumenti efficaci, come l’informazione e la formazione. A questo riguardo, vi ringrazio per la vostra opera e perché accompagnate al contrasto della diffamazione l’impegno ad educare, a promuovere il rispetto di tutti e a proteggere i più deboli. Custodire il sacro tesoro di ogni vita umana, dal concepimento sino alla fine, tutelandone la dignità, è la via migliore per prevenire ogni forma violenta. Di fronte alla troppa violenza che dilaga nel mondo, siamo chiamati a un di più di nonviolenza, che non significa passività, ma promozione attiva del bene. Infatti, se è necessario estirpare l’erba del male, è ancora più urgente seminare il bene: coltivare la giustizia, accrescere la concordia, sostenere l’integrazione, senza mai stancarsi; solo così si potranno raccogliere frutti di pace. A questo vi incoraggio, nella convinzione che mettere a disposizione i mezzi per una vita degna, promuovere la cultura e favorire dovunque la libertà di culto, anche proteggendo i credenti e le religioni da ogni manifestazione di violenza e strumentalizzazione, sono i migliori antidoti contro l’insorgere dell’odio”.