Costituzione presentata al parlamento, ma i sunniti prevedono la bocciatura

Baghdad (AsiaNews/ Agenzie) – Dopo tanti ritardi, oggi il parlamento irakeno ha potuto avere fra le mani la stesura finale della costituzione, attesa da tanto tempo. I membri sunniti del gruppo estensore hanno subito fatto notare la loro opposizione e hanno predetto che la carta verrà bocciata dal futuro referendum. L'opposizione sunnita è rimasta invariata anche se negli ultimi giorni sciiti e curdi, che hanno la maggioranza nel parlamento, hanno operato alcune piccole modifiche.

Al parlamento si è solo letto il testo; il voto su di esso è stato rimandato.

Hussein al-Falluji, un sunnita membro del comitato estensore, ha dichiarato: "Non siamo d'accordo con questa costituzione" e richiamandosi al referendum  che dovrebbe tenersi il 15 di ottobre, ha aggiunto: "La gente dirà 'No' a questa costituzione americana".

Per essere ratificata, la costituzione deve essere approvata dalla maggioranza della popolazione elettrice in tutto il paese e non essere rifiutata da due terzi dei votanti in 3 o più province. I sunniti sono una minoranza nel paese, ma essi sono maggioranza in 3 delle 18 province irakene. Se essi riescono a raggiungere i due terzi dei votanti in queste tre province, la costituzione rischia di essere bloccata.

Cinque arabi sunniti del governo hanno anch'essi dichiarato la loro opposizione ad almeno 13 punti della carta.

Il testo presentato al parlamento offre alcune concessioni ai sunniti – che con Saddam Hussein avevano un forte potere – soprattutto verso i membri del dissolto partito Baath. La costituzione  proibisce il "Baath di Saddam e i suoi simboli" e non il "partito Baath", com'era nella precedente versione. I sunniti però chiedevano la cancellazione totale della frase che rischia di escludere tutti gli antichi membri del Baath dalla vita pubblica. "Non tutti fra noi – avevano detto – hanno le mani grondanti di sangue".

Il testo sottolinea che l'Iraq è "parte del mondo islamico e la sua popolazione araba fa parte di una nazione araba". Sunniti e alcuni sciiti volevano che tutto l'Iraq venisse definito "una nazione araba", anche se nel paese sono presenti curdi, turcomanni, assiri che non sono arabi.

L'introduzione della costituzione mette in chiaro che l'Iraq è una repubblica federale. La principale obiezione sunnita è su questo termine che – secondo loro – rischia di minare l'unità della nazione e soprattutto rischia di lasciare il gruppo sunnita in un piccolo stato senza risorse petrolifere, concentrate in massima parte nel nord curdo e nel sud sciita.