Arroyo, si allontanano le dimissioni

Sempre più probabile l'assoluzione dallo stato d'accusa alla presidente Arroyo.


Manila (AsiaNews) – La Commissione giustizia della Camera filippina ha rigettato tutti i ricorsi presentati per mettere in stato d'accusa la presidente Gloria Macapagal Arroyo. In questo modo si allontana il rischio di una crisi di governo, anche se l'opposizione ha annunciato oggi che presenterà il 5 settembre un ricorso al Senato per destituire i membri della Commissione e accusare la presidente davanti alle Camere riunite. Molti osservatori politici definiscono questa operazione "difficile da portare a buon termine".

Il 30 agosto - prima della deliberazione finale sul terzo ricorso, ricorso Lozano – mons. Tobias, vescovo della diocese di Novaliches, ha celebrato una messa nella chiesa di S. Pietro, nei pressi della sede del Congresso. Nella sua omelia il presule ha pregato per una rapida risoluzione dello stato d'attesa in cui versa la nazione e - parlando direttamente ai deputati che in quel momento si trovavano a messa - ha chiesto di "far cessare la crisi il prima possibile, dato che le persone non sono stupide ma anzi sanno formare un proprio giudizio". Mons. Tobias ha poi chiesto alla Arroyo di "ammorbidire il cuore ed ascoltare i sentimenti della gente".

Nel corso del pomeriggio la Commissione ha poi deliberato con 49 voti a favore ed 1 contrario che il ricorso Lozano era "sufficiente" nella forma ma "mancante" nel contenuto, e quindi da rigettare. È così escluso in linea di principio qualsiasi rischio di dimissioni del capo dello Stato.

Alcuni gruppi di oppositori extra-parlamentari hanno annunciato manifestazioni di piazza per protestare contro l'andamento della procedura giuridica ma ai 2 incontri popolari previsti ieri si sono viste meno di 1000 persone. Il presidente della Federazione delle industrie filippine, Jesus Arranza, esprime "paura" per la possibilità che queste continue dimostrazioni possano avere un influsso negativo sull'andamento degli affari. La paura è giustificata dal fatto che moltissime di queste proteste si sono tenute fino ad ora a Makati City, l'importante centro finanziario del Paese - nella grande Manila - governato da un sindaco "acerrimo nemico" della Arroyo.