Ambasciatrice Usa all’Onu: rimuovere Assad non è più “una nostra priorità”

Da tempo gli Stati Uniti guardano ad altri obiettivi, fra cui la lotta allo Stato islamico. Segretario di Stato Usa: il futuro del presidente sarà deciso “dal popolo siriano”. Critiche dalle opposizioni anti-Assad: Parole “spiacevoli”, messaggi “contraddittori”. 

 


New York (AsiaNews/Agenzie) - La rimozione del presidente siriano Bashar al-Assad, uno degli scopi della sanguinosa guerra in Siria che in sette anni ha causato oltre 320mila morti e milioni di sfollati, non è più una “priorità”. Lo afferma Nikki Haley, ambasciatrice Usa all’Onu, secondo cui l’attuale leadership guidata dal repubblicano Donald Trump non può “focalizzarsi solo su Assad” come aveva fatto “la precedente amministrazione” democratica di Barack Obama. 

Per anni i vertici di Washington hanno concentrato i loro sforzi sul presidente siriano, sostenendo l’opposizione armata che combatte per la sua deposizione. “Non possiamo focalizzarci solo sui modi per mandare via Assad” ha dichiarato la Haley alle Nazioni Unite. Ora l’obiettivo è trovare una soluzione politica. 

Per la responsabile della diplomazia statunitense all’Onu adesso è “prioritario” guardare alla realtà dei fatti e “capire come è meglio agire”, valutare “con chi dobbiamo lavorare” per “fare davvero la differenza” per il bene “del popolo siriano”. E per prima cosa è fondamentale, per gli Usa, allentare l’influenza di Teheran e la presenza militare iraniana in territorio siriano. 

Analisti ed esperti sottolineano che la Haley ha solo esplicitato “senza mezzi termini” ciò che, in realtà, da tempo si pensa fra le alte sfere del governo americano. Difatti dall’ultimo anno dell’amministrazione Obama l’urgenza maggiore per Washington è diventata la lotta allo Stato islamico (SI). 

L’intervento militare russo a fine 2015 a sostegno del governo siriano ha, di fatto, reso impraticabile l’ipotesi di cacciare Assad, sostenendo l’opposizione moderata. A conferma del cambio di rotta della Casa Bianca, le dichiarazioni rilasciate ieri dal segretario di Stato americano Rex Tillerson durante la visita ufficiale in Turchia. Il capo della diplomazia Usa ha sottolineato che il futuro di lungo periodo di Assad “sarà deciso dal popolo siriano”. 

Di recente il presidente Usa Trump ha riaffermato il desiderio di lavorare a stretto contatto con la Russia, assieme all’Iran alleato del presidente Assad, per cercare una soluzione percorribile che metta fine al conflitto. Gli Stati Uniti ribadiscono infine l’apertura ad altri Paesi, fra cui la Turchia, per raggiungere un accordo di lungo periodo. 

Il cambio di rotta dell’amministrazione americana in tema di conflitto ha sollevato più di una protesta fra i vertici dell’opposizione anti-Assad. Monzer Makhos, portavoce dell’Alto comitato per i negoziati (Hnc), appoggiato dai sauditi, esclude “qualsiasi ruolo” attuale o futuro per il presidente siriano. “L’opposizione non accetterà mai - ha dichiarato il portavoce ribelle - alcun ruolo di Bashar Assad, in nessun momento… Non ci sono cambiamenti nella nostra di posizione”. Egli definisce “spiacevoli” le parole della Haley all’Onu e conclude affermando che le alte sfere americane stanno inviato “messaggi contraddittori”.