Tamil Nadu, pastore pentecostale arrestato: criticava lo yoga obbligatorio nelle scuole
di Nirmala Carvalho

Il pastore aveva anche lodato i benefici della pratica sul fisico e sulla mente. La sua chiesa accoglie dalit e poveri discriminati dal sistema delle caste. In Uttar Pradesh picchiato e arrestato un altro pastore pentecostale; detenuti e poi rilasciati il pastore e cinque fedeli della chiesa “Life Worship Centre”.


Lucknow (AsiaNews) – In Tamil Nadu un pastore cristiano pentecostale è stato arrestato dalla polizia perché criticava lo yoga. Lo denuncia ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), che riporta che il leader religioso è stato imprigionato per essersi espresso “contro l’insegnamento obbligatorio dello yoga nelle scuole e in altri istituti per promuovere in modo forzato lo stile di vita indù”.

Sajan K George afferma che il pastore Mohan “è un leader impegnato nella società civile e lavora in favore dei dalit e della popolazione povera che vive nelle aree remote rurali del Tamil Nadu”. “Molte persone – continua – si recano nella sua chiesa pentecostale cercando rifugio e conforto dalle politiche oppressive del sistema delle caste, ancora molto presente nel sud dell’India. Nella sua chiesa invece essi sono trattati in modo uguale e con dignità”.

Il motivo del suo arresto, riferisce il presidente del Gcic, è da ricercare in una delle sue prediche, “durante la quale egli ha parlato contro l’utilizzo della terminologia indù nella pratica dello yoga”. D’altro canto però, sottolinea, “il pastore aveva anche lodato l’antica pratica indiana e gli effetti benefici dello yoga sulla salute mentale e fisica”. Sajan K George continua riportando che in Uttar Pradesh, dove di recente si è insediato un chief minister radicale indù, sono avvenuti altri arresti. Il primo episodio si è verificato lo scorso 29 marzo, quando un pastore pentecostale di Kushinagar è stato prima picchiato e poi arrestato. Il secondo è avvenuto ad Agra, dove la polizia ha rinchiuso il pastore Mahesh Chand e cinque fedeli appartenenti alla chiesa “Life Worship Centre”. In seguito tutti sono stati rilasciati senza accuse a loro carico.

Sajan K George lamenta che “i cristiani non stavano facendo nulla di incostituzionale. I nostri padri fondatori dell’India e gli architetti della Costituzione indiana hanno accordato alle minoranze la piena libertà religiosa e la libertà di praticare, diffondere e predicare la fede. Invece noi [cristiani] siamo ancora costretti a subire intimidazioni, abusi verbali e fisici, detenzioni e molestie”.