Leader curdo: Il 90% degli irakeni vuole impiccare Saddam Hussein

Il presidente iracheno torna sui suoi passi: "Saddam a morte 20 volte". Saywan Barzani, rappresentante curdo in Europa, spiega la posizione del presidente Jalal Talabani, che pur contrario alla pena di morte, ha dichiarato che "Saddam merita di essere giustiziato 20 volte". Perfino i terroristi sono contro l'ex dittatore.


Parigi (AsiaNews) – Saywan Barzani, rappresentante curdo in Europa, difende il presidente Jalal Talabani. Ieri sera alla televisione irakena, Talabani ha dichiarato che Saddam Hussein ha confessato i crimini commessi e ha aggiunto che Saddam Hussein dovrebbe essere impiccato "20 volte". Talabani ha precisato però che egli non sottoscriverà mai il decreto che renderebbe esecutiva la condanna a morte.

Ad ogni modo, la dichiarazione appare come un brusco cambio di posizione da parte di Talabani che si è sempre detto "contrario alla pena capitale"; egli stesso aveva minacciato le sue dimissioni di recente se il Tribunale speciale irakeno (Tsi) deciderà per la morte dell'ex rais. L'avvertimento non è stata però rinnovato nell'intervista di ieri.

Da Parigi, Saywan Barzani, spiega che non c'è contraddizione o cambiamento nelle sue dichiarazioni. "Il presidente è avvocato e attivista per i diritti umani; è stato in Europa per molto tempo e ha firmato una petizione contro la pena di morte proposta da alcuni amici legali francesi e inglesi". "Egli è contro il principio della pena capitale – continua Barzani, anche nipote di Massoud Barzani, capo del Kurdistan Democratic Party - ma per Saddam Hussein è differente".

Nell'intervista di ieri sera alla tv Iraqiya il presidente ha detto che "uno dei giudici è stato capace di strappare la confessione". Tra i crimini commessi durante il regime vi sarebbero non meglio precisate esecuzioni di cui Saddam avrebbe ammesso di essere stato il mandante. Talabani si è limitato a dire che le confessioni riguardano casi attualmente sotto inchiesta e al-Anfa, la campagna contro i curdi, che tra il 1986 e il 1989 uccise più di 100 mila persone.

La dichiarazione segue l'ufficializzazione della data del 19 ottobre come inizio del processo all'ex rais, a cui verrà contestato di avere ordinato il massacro di 143 sciiti nel villaggio di Dujail nel 1982. Se la sua responsabilità venisse provata, Saddam rischia di essere impiccato prima ancora di rispondere degli altri 11 capi di accusa.

Secondo Saywan Barzani, Talabani si deve adattare a una situazione difficile da cambiare: "In Iraq è la popolazione e la legislazione che non vogliono abolire la pena di morte: il 90% degli iracheni vorrebbe Saddam impiccato; il presidente non può opporsi, e così delegherà i suoi vice per firmare il decreto, come ha fatto per le ultime 3 condanne capitali di qualche giorno fa" contro criminali comuni. "Se mi rifiuto di firmare – ha detto Talabani nell'intervista - non significa che bloccherò la decisione della corte".

Talabani ha aggiunto che "Saddam merita di essere condannato a morte 20 volte al giorno perché ha tentato di assassinarmi 20 volte". L'attuale presidente è stato leader dei ribelli curdi nella lotta contro il regime di Baghdad.

"Saddam è un criminale e un dittatore sanguinario", dice Barzani e ricorda che "recenti studi di autorevoli esperti sulla questione curda parlano di 2 o 3 milioni di vittime sotto il regime Baath". Secondo il rappresentante curdo se il Tsi si pronuncerà per la pena capitale, "non bisogna temere per lo scoppio di nuove violenze". "Nessuno può giustificare i crimini del rais, persino i terroristi non si sono mai espressi a suo sostegno, loro sono contro l'occupazione, contro gli Usa…, ma mai nessuno ha detto di voler difendere Saddam Hussein".

Sotto Saddam i curdi sono stati soggetti a gravi persecuzioni e negli anni '80 si sono verificati gravi episodi di repressione, come l'uccisione di migliaia di civili con armi chimiche. (MA)