Indonesia, cristiani temono attacchi degli estremisti contro i luoghi di lavoro
di Moerkekaq Senggotro

Cattolici e protestanti usano celebrare messa il venerdì nei loro uffici, quando i colleghi musulmani vanno a pregare in moschea. Il governo promette la revisione del decreto sull'edificazione delle chiese.


Jakarta (AsiaNews) – Rimane alta la preoccupazione tra i cristiani in Indonesia dopo la chiusura forzata di chiese "domestiche" da parte dei fondamentalisti islamici. Si teme che i prossimi bersagli di attacchi saranno gli uffici pubblici. Le comunità protestante e cattolica temono che dopo le case private in cui usavano celebrare messa, gli estremisti prendano di mira gli edifici pubblici, dove i fedeli continuano a riunirsi per funzioni religiose.

Da alcuni decenni - soprattutto nelle grandi città come Jakarta – diversi gruppi di cristiani usano pregare, cantare e celebrare messa nelle ore di riposo del venerdì. Dalle 11 del mattino alle 13.30 del pomeriggio i colleghi musulmani infatti staccano per l'usuale preghiera del venerdì.

Lavoratori cattolici e cristiani sfruttano questo tempo per il loro culto e tengono messe nelle strutture dell'ufficio; la pratica contribuisce a mantenere alto il morale di una comunità di minoranza e aumenta la fratellanza tra i fedeli. Finora questo tipo di incontri non è stato ostacolato; tanto più che i datori di lavoro e l'amministrazione degli stabili interessati avevano già dato il loro permesso.

Catene di e-mail tra cristiani parlano dell'incombente minaccia. In generale, essi temono di continuare a pregare in ufficio, perché qualcuno potrebbe fare la spia  ai fondamentalisti e scatenare una rappresaglia. Gli estremisti giustificano le loro iniziative definendo uffici, case, hotel e altri edifici come "chiese illegali".

Non serve a calmare la preoccupazione dei cristiani nemmeno la notizia che ieri le autorità centrali hanno tenuto un incontro straordinario per affrontare il problema. Il Ministro degli Interni, Mohammad Ma'ruf, ha confermato che il governo rivedrà il controverso Decreto ministeriale del 1969 sull'edificazione degli edifici religiosi. Il ministro ha annunciato che il Decreto verrà inserito all'interno della legge sull'autonomia regionale (la Autonomy Law N° 32/2004). Secondo il decreto ogni comunità religiosa che vuole erigere un luogo di culto deve avere il permesso dal capo dell'autorità locale e quello dei residenti della zona di edificazione; ma l'autorizzazione legale non è facile da ottenere e le richieste di chiese da parte dei cristiani cadono quasi sempre nel vuoto.