Rimandata la seconda fase delle elezioni locali. Scontento fra le minoranze
di Christopher Sharma

Data spostata per permettere la registrazione del principale partito madhese Rashtriya Janata. Essi chiedono il rilascio di dirigenti e più unità locali nel Terai. Intanto l’etnia nomade raute, in difficoltà per la deforestazione, chiede il diritto al voto.


Kathmandu (AsiaNews) – Crescono i momenti di scontento in Nepal in vista della prossima fase di elezioni locali. Mentre uno dei più grandi partiti madhesi, il Rashtriya Janata (Rjp), ha ottenuto un rinvio delle elezioni di nove giorni per registrarsi, i membri dell’etnia raute protestano per il loro mancato diritto al voto.

Ieri il governo ha deciso di spostare la data della seconda tornata elettorale al 23 giugno in risposta alle proteste del Rjp, che avanza alcune richieste fra cui una modifica costituzionale. In particolare il Rjp chiede il rilascio di alcuni suoi dirigenti arrestati dopo una protesta nel Terai e l’aumento del numero delle unità locali a Terai sulla base della popolazione.

Sulle richieste il governo si è espresso favorevole a discutere, ma ad opporsi è il principale partito d’opposizione, il partito Unificato marxista leninista (Uml), che considera una simile modifica costituzionale contraria all’interesse nazionale che potrebbe rappresentare un motivo di divisione nel Paese.

Intanto, proteste arrivano anche dalla comunità raute che vive nelle giungle e colline del Nepal, al momento priva di diritto al voto. I raute vivono spostandosi per le giungle collinose del Nepal e la loro principale fonte di nutrimento sono selvaggina, radici e frutta della giungla. Per potersi permette l’acquisto di abiti tagliano e vendono legna da fuoco. Per lungo tempo sono stati una comunità nomade e non hanno avuto una residenza fissa, fatto che ha impedito non solo l’ottenimento del diritto al voto, ma spesso anche della cittadinanza. Ora chiedono che il governo affronti in modo diretto la loro situazione.

Il “mahamukhiya” (leader principale della comunità) Man Bahadur Shahi, parte di un gruppo raute di 135 persone di cui cento sono in età adulta nel distretto di Dailekh, nel nord-ovest del Nepal, dice ad AsiaNews: “Stiamo chiedendo al governo che ci dia il diritto di votare. Se avessimo dei rappresentanti locali, potremmo far presenti i nostri problemi a loro. Ma se il governo ci vieta il diritto al voto ci spinge verso la vita nella giungla”.

I raute vivono nei distretti nepalesi di Daliekh, Kalikot, Surkhet, Salyan, Dang e Accham e scontano il prezzo della rapida urbanizzazione e deforestazione dell’area. Per il presidente di Raute Utthan Pratisthan (Raute Uplift Academy), la comunità dovrebbe essere messa nella possibilità di votare, o rimarrà sempre al di fuori della società civile.

Il portavoce del governo, Surendra Karki, commenta: “Non abbiamo ancora provveduto al loro voto perché continuano a spostarsi, perciò è difficile dire dove debbano votare. Ma cercheremo di provvedere al più presto, se non proprio per queste elezioni”.

Karki sostiene che sono stati condotti molti programmi per migliorare le vite e portarli a una vita “standard”.