Arabia Saudita, Bahrain, Egitto ed Emirati Arabi Uniti chiudono le frontiere e rompono le relazioni diplomatiche con Doha. Le sue politiche e il sostegno ai gruppi estremisti sono fonte di instabilità per il Medio oriente. Nelle scorse settimane presunte dichiarazioni sull’Iran dell’emiro del Qatar avevano alimentato la tensione.
Doha (AsiaNews/Agenzie) - Arabia Saudita, Egitto, Bahrain ed Emirati Arabi Uniti (Eau) hanno rotto le relazioni diplomatiche con il Qatar, le cui politiche rischiano di “destabilizzare” la regione mediorientale. Il fronte arabo accusa l’ex alleato di “sostenere gruppi terroristi”, fra i quali i Fratelli musulmani al potere in Egitto nel recente passato.
L’agenzia di stampa saudita Spa annuncia che Riyadh ha chiuso le frontiere, tagliando ogni forma di comunicazione - via terra, mare e aria - con il Qatar. Fonti ufficiali del regno sottolineano che dietro il provvedimento vi è l’obiettivo di “proteggere la sicurezza nazionale” dal pericolo del “terrorismo ed estremismo”.
Anche l’Egitto ha chiuso lo spazio aereo e i porti ai mezzi battenti bandiera del Qatar. Gli Emirati Arabi Uniti hanno concesso 48 ore ai diplomatici del Qatar per lasciare il Paese. La stessa Abu Dhabi si unisce al fronte comune contro Doha, colpevole di “sostenere, finanziare e abbracciare il terrorismo, l’estremismo e le organizzazioni confessionali”.
Infine il Bahrain punta il dito contro il Qatar, che alimenterebbe le tensioni interne immischiandosi negli affari del Paese [teatro di recente di scontri e rivolte].
La coalizione araba a guida saudita che combatte i ribelli sciiti Houthi in Yemen ha decretato l’espulsione del Qatar dall’alleanza. Doha promuoverebbe politiche che “rafforzano il terrorismo” e sostengono gruppi miliziani “fra cui al Qaeda e Daesh” [acronimo arabo per lo Stato islamico].
Finora non si sono registrate prese di posizione ufficiali del Qatar, già da tempo ai ferri corti con gli (ex) alleati della regione per presunte dichiarazioni sull’Iran apparse sui media ufficiali di Doha, attribuite all’emiro Sheikh Tamin bin Hamad al-Thani. I vertici dell’emirato, una nazione ricca di gas chiamata ad ospitare i mondiali di calcio del 2022, hanno bollato come false le dichiarazioni, denunciando un “vergognoso crimine informatico”.
Fra i nodi irrisolti della contrapposizione fra il Qatar e le altre nazioni del Golfo, il sostegno dato da Doha ai Fratelli Musulmani, un movimento politico musulmano sunnita dichiarato fuorilegge sia in Arabia Saudita che negli Emirati Arabi Uniti. Il Qatar era il principale sostenitore dell’ex presidente egiziano Mohammed Morsi, vicino alla Fratellanza, nell’anno (dal giugno 2012 al luglio 2013) in cui ha ricoperto la carica di presidente egiziano (il primo scelto in seguito ad elezioni).
L’alleanza fra Qatar e Fratelli musulmani aveva già provocato tensioni con le nazioni del Golfo, che nel 2014 avevano ritirato una prima volta i loro rappresentanti diplomatici. Doha ha sempre respinto le accuse di finanziamento ai gruppi terroristi, sebbene rimanga il principale finanziatore di Hamas che controlla la Striscia di Gaza. Diverse cancellerie occidentali hanno inoltre legato il nome del Qatar a gruppi estremisti attivi in Siria, come l’ex Fronte di al Nusra legato alla rete di al Qaeda.