La Turchia conferma i preparativi per la visita del Papa

Città del Vaticano (AsiaNews) – Si rafforzano le possibilità che Benedetto XVI possa veder realizzato il suo desiderio di recarsi in visita in Turchia. Il governo turco ha infatti reso noto ufficialmente che sono in corso trattative col Vaticano per definire i termini del viaggio papale che dovrebb svolgersi tra il 28 ed il 30 novembre (gli stessi giorni, 26 anni dopo, della visita di Giovanni Paolo II), anche se di date ancora non si è parlato.

Nei giorni scorsi il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, aveva detto che il Papa "ha intenzione di recarsi in Turchia" per visitare il Patriarcato ecumenico. C'è, aveva specificato, l'invito del patriarcato, manca l'autorizzazione del governo, ma "la stiamo aspettando".

L'invito da parte di Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli, c'è praticamente dal giorno dell'elezione dell'attuale papa e, a quanto si sa, dovrebbe riguardare una data che comprende il 30 novembre, giorno della festa di Sant'Andrea, l'apostolo considerato il fondatore di quella

Chiesa.

Per ciò che riguarda il governo turco, oggi un comunicato del Ministero degli esteri afferma che "sono in corso lavori sulle date della visita" e che "la Turchia dà grande importanza alla questione del viaggio di Benedetto XVI". Il ministero ha anche smentito un'informazione data dal giornale turco Radikal, secondo il quale il Papa avrebbe espresso il desiderio di potersi recare a pregare, ad Istanbul, in Santa Sofia, oggi moschea, un tempo chiesa cristiana. In questo stadio, ha precisato, "non è stato deciso alcun particolare della visita".

Quanto a Benedetto XVI, all'origine del suo desiderio di recarsi dal primo, anche se solo "in onore" dei patriarchi ortodossi trova la sua ragione nella sua volontà di far progredire il cammino ecumenico, che ha posto tra gli impegni fondamentali dell'intero pontificato.

Non ci si nascondono, però, preoccupazioni di sicurezza. La stampa turca ha molto sottolineato  alcune affermazioni dell'allora cardinale Ratzinger non particolarmente favorevole all'ingresso del Paese nella Ue, il che gli è valso talora una qualifica di "nemico". In Occidente, invece, qualcuno ha già ricordato che in occasione della visita in Turchia di Giovanni Paolo II ci fu un uomo, condannato per omicidio, che dall'interno del carcere lo minacciò di morte. Si chiamava Ali Agca.