India: contadini in rivolta, non vogliamo suicidarci per i debiti
di Nalini R Mohanty

Cinque agricoltori morti in Madhya Pradesh negli scontri con la polizia. Lo sciopero è iniziato in Maharashtra. Entrambi gli Stati sono governati dal Bjp. Sovrapproduzione ha causato il crollo dei prezzi di frutta e verdura. Latte, cipolle e patate gettati per le strade. “Servono misure di lungo periodo in termini di politiche agricole”.


New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Siccità, mancanza di monsoni e cambiamenti climatici che generano gravi carestie; la corsa agli impianti di irrigazione che si traduce in una sovrapproduzione dei prodotti agricoli, con conseguente crollo dei prezzi; gli elevati debiti insoluti che spingono a gesti disperati come il suicidio. Sono queste le motivazioni che hanno spinto milioni di agricoltori a fermare la produzione in Maharashtra e Madhya Pradesh.

Dal primo giugno scorso essi sono scesi per le strade del primo Stato e chiedono al governo di cancellare i debiti per i prestiti agricoli. Nel disperato tentativo di accendere i riflettori sulle loro drammatiche condizioni, stanno distruggendo i prodotti del faticoso lavoro nei campi, gettando per le strade cipolle, patate e latte. Dal Maharashtra, in seguito la protesta si è allargata anche al Madhya Pradesh, dove negli scontri con la polizia sono rimaste uccise cinque persone. Se all’inizio il chief minister Shivraj Singh Chouhan aveva mantenuto il punto, sostenendo che gli agricoltori sono stati già accontentati, oggi è tornato sui suoi passi e ha annunciato che sta ragionando su un annullamento degli interessi sui prestiti agricoli.

Accanto al dramma dei contadini, tra i quali si registrano elevatissimi tassi di suicidio, si insinua il gioco politico. I partiti intravedono enormi potenzialità nel legittimarsi come paladini degli agricoltori – con un ritorno sicuro in termini di voti. Per questo alcuni leader, tra cui Rahul Gandhi, vicepresidente del Congress, stanno cavalcando l’onda del malcontento nel tentativo di attirarsi il favore del pubblico. Egli oggi è partito alla volta del distretto di Mandsaur, messo a ferro e fuoco dopo le uccisioni, per mettersi alla testa delle proteste. Notizie dell'ultima ora riportano che egli è detenuto dalla polizia, che lo ha fermato mentre tentava di entrare nello Stato del Madhya Pradesh.

Alla fine di questi giochi di potere, restano i milioni di contadini (oltre il 50% della manodopera indiana). Per evitare che il malcontento si propaghi a macchia d’olio in tutta l’Unione, “servono misure di lungo periodo in termini di politiche agricole. Altrimenti la sofferenza delle campagne e il suicidio dei contadini rimarranno una figura ricorrente della realtà indiana”. Riportiamo di seguito l’analisi di Nalini R Mohanty, giornalista indiano, apparsa su Firstpost, quotidiano locale in lingua inglese.

Dopo il Maharashtra, ora anche il Madhya Pradesh è scosso dalla rivolta dei contadini. Almeno sei di essi sono stati uccisi [l’autore scrive sei, ma fonti ufficiali riportano cinque morti, ndr] e altri otto feriti in modo grave martedì [6 giugno], quando la polizia ha aperto il fuoco per soffocare la protesta degli agricoltori a Mandsaur, in Madhya Pradesh.

In entrambi gli Stati le richieste dei braccianti sono simili: essi vogliono la completa cancellazione del mutuo agricolo come misura palliativa di breve periodo; in seconda battuta, un meccanismo istituzionalizzato per ottenere prezzi migliori per la produzione. Tra l’altro, entrambi gli Stati sono governati dal Bharatiya Janata Party [Bjp, partito nazionalista indù – ndr]; in Maharashtra c’è un’alleanza di governo con lo Shiv Sena, un partito minore. Pertanto è allarmante per il Bjp, che governa anche il Centro [il governo centrale dell’Unione indiana, ndr], affrontare la collera degli agricoltori, a maggior ragione visto che il partito di governo ha decretato l’ambizioso piano di raddoppiare i guadagni dei contadini nei prossimi cinque anni. Ed è ancora più preoccupante per il Bjp che il Madhya Pradesh, sotto la gestione di Shivraj Singh Chouhan, sia stato osannato come il più grande successo nella storia dell’agricoltura degli ultimi decenni.

Circa un mese fa, Ashok Gulati, noto esperto di temi agricoli, ha scritto su The Indian Express: “Alcuni di questi passi (come l’estinzione del mutuo agricolo, l’acquisto da parte del governo di grano e patate per compensare le quote agricole, ecc.) sottolineano la preoccupazione per gli agricoltori da parte di Yogi Adityanath, chief minister dell’Uttar Pradesh, che per anni ha ottenuto un accordo base. Se intende rimanere per lungo tempo, è meglio che Adityanath prenda un po’ di quello che chiamiamo il mantra di Shiv. Tale mantra prende il nome da Shivraj Singh Chouhan, che è al suo terzo mandato come chief minister del Madhya Pradesh”. Gulati poi prosegue con i risultati del governo di Shivraj, che ha creato un’epoca d’oro per l’agricoltura nel Madhya Pradesh. Egli snocciola i numeri: “L’agri del Madhya Pradesh (cioè il Gsdp, prodotto interno lordo statale) è cresciuto del 9,7% annuo – il più alto livello mai raggiunto da uno Stato – tra il 2005-2006 e il 2014-2015. Nello stesso periodo, la crescita dell’agri di tutta l’India è stata pari al 3,5%”.

A questo punto, perché le cose in Madhya Pradesh sono andate così male, tanto che migliaia di contadini sono scesi in strada per chiedere giustizia? Chouhan ha anche provato a fare ciò che la sua controparte in Maharashtra ha tentato un paio di giorni fa: rompere l’unità dei contadini invitando a parlare uno dei loro gruppi sindacali in modo da escludere l’altro. Il chief minister [del Maharashtra] Devendra Fadnavis ha concesso l’estinzione dei prestiti agricoli ai piccoli e medi agricoltori, durante un incontro con una sigla sindacale. Quest’ultima a sua volta ha annunciato la revoca dello sciopero. Ma le altre associazioni sindacali si sono infuriate per la loro esclusione dal tavolo dei negoziati e hanno giurato di continuare la protesta.

Lo stesso scenario si è ripetuto in Madhya Pradesh, quando Chouhan ha convocato i leader di un’organizzazione per dei negoziati, con il risultato che quei leader hanno annullato lo sciopero. Ma gli altri leader sindacali si sono rifiutati di seguire la stessa linea fino a quando il governo del Madhya Pradesh non dichiari una completa estinzione dei prestiti agricoli.

Perché lo “stato dorato dell’agricoltura” si è trasformato nel cimitero degli agricoltori? La pentola agricola non ha iniziato a bollire la scorsa settimana. Da tempo i dati ufficiali presentano un quadro triste. Il governo del Madhya Pradesh ha ammesso che tra il primo luglio del 2016 e il 15 novembre del 2016, nello Stato 531 contadini si sono suicidati. Il ministro dell’Interno del governo del Madhya Pradesh ha documentato che tra il 16 novembre del 2016 e 27 febbraio del 2017 almeno 106 agricoltori e 181 braccianti hanno commesso il suicidio.

In Maharashtra i dati ufficiali sui casi di suicidio tra gli agricoltori sono ancora più desolanti. Le analisi effettuate dal dipartimento per il soccorso e la riabilitazione del governo del Maharashtra hanno ammesso che in tre mesi, dal primo gennaio al 31 marzo di questo anno, 639 contadini si sono tolti la vita. Lo scorso anno, nel 2016, il conto ufficiale riporta 3.052 casi di suicidio di agricoltori all’interno dello Stato.

Tutto questo è una fonte di preoccupazione per il Bjp, dato che il prossimo anno ci saranno le elezioni in Madhya Pradesh e il Maharashtra dovrebbe andare al voto l’anno seguente. Nessun partito può sperare di vincere le elezioni in uno Stato attirando su di sé la collera della comunità rurale, in particolare dei contadini. Secondo una stima prudente, più del 50% della popolazione indiana è impiegato – o se preferite, sottoimpiegato – in attività agricole. Un partito di governo non può permettersi di ignorare i loro problemi.

Ma allora, cosa affligge l’agricoltura indiana? E cosa può fare il governo per alleviare le sue condizioni?

Per qualche tempo l’idea comune è stata che l’agricoltura in India ha affrontato una crisi a causa della eccessiva dipendenza dei contadini dai monsoni, in assenza di adeguati impianti d’irrigazione. Quando i monsoni non sono arrivati o erano al di sotto della normale portata, la siccità ha prevalso e la produzione agricola ne ha risentito.

Perciò gli Stati che volevano prendersi cura dei propri agricoltori hanno dato la priorità agli impianti d’irrigazione. In questo senso il Madhya Pradesh ha assunto la guida. “Tra il 2009 e il 2014 più di 1.400 piccoli progetti di irrigazione sono stati portati a termine in MP [Madhya Pradesh], aumentando le aree irrigate dello Stato di 480mila ettari…In questo modo, in MP l’area irrigata ha accresciuto le zone coltivate dal 30% nel 2005-2006 al 41,2% nel 2014-2015”.

Lo scorso anno la buona stagione dei monsoni si è aggiunta alla copiosa produzione del raccolto. E allora perché gli agricoltori in Madhya Pradesh sono sofferenti? Qui l’angoscia ha preso il sopravvento. La scarsità di cibo non è più un problema nello Stato. ciò che affligge gli agricoltori è la sovrapproduzione. Nel suo ultra-entusiasmo, il governo del Madhya Pradesh ha incrementato una politica del 10% di bonus superiore al prezzo minimo di sostegno [stabilito] dal Centro durante il 2007-2008 e 2014-2015. Da ciò ne è derivato un surplus – la quota di produzione di grano nel Madhya Pradesh è cresciuta dall’8,6% nel 2005-2006 a quasi il 20% nel 2014-2015.

Lo Stato ha dovuto affrontare il conseguente problema di sovrapproduzione. Lo Stato non aveva i mezzi necessari per immagazzinare i cereali nei depositi. Non aveva senso economico per lo Stato creare ulteriori magazzini per preservare i cereali solo per farli marcire.

Oggi l’angoscia dei contadini è dovuta in gran parte alla caduta dei prezzi. In Madhya Pradesh c’è un eccesso di produzione di cipolle. Il governo del MP ha annunciato la decisione di comprare le cipolle dai contadini per 8 rupie e rivenderle al prezzo di 2 rupie attraverso il sistema di distribuzione pubblica. Il gabinetto di Shivraj Singh ha anche creato un fondo per la stabilizzazione di 10 miliardi di rupie [138 milioni di euro, ndr] per governare in modo immediato la crisi.

Ovviamente queste misure di breve periodo non hanno placato il risentimento degli agricoltori. Essi chiedono l’eliminazione completa del prestito bancario per ritornare [a camminare con] i loro piedi. Seppur il governo del MP cedesse a questa richiesta – così come fatto in maniera parziale da quello del Maharashtra – sarebbe solo un altro palliativo di breve periodo. La scritta sul muro è chiara: oggi il settore dell’agricoltura ha bisogno di decisioni politiche di lungo periodo per proteggere i contadini dalle conseguenze sia della sovrapproduzione che della sottoproduzione dei beni agricoli. Altrimenti la sofferenza delle campagne e il suicidio dei contadini rimarranno una figura ricorrente della realtà indiana.