Mindanao, i leader islamici condannano la dissacrazione della cattedrale di Marawi

Gli ulama: “Sfacciato insulto e mancanza di rispetto all’islam”. Il governatore Mujiv Hataman: “I terroristi sono ipocriti che minano la vera essenza dell'islam”. Il Regional Darul Ifta: “Atti compiuti per suscitare l'odio tra musulmani e cristiani”. L’esercito chiede ai social media di rimuovere il video dell’attacco per non alimentare l’odio religioso.


Zamboanga (AsiaNews/Cbcp) – Alcuni leader musulmani dell’isola di Mindanao hanno definito “non islamica” la dissacrazione e il successivo incendio della cattedrale cattolica di St. Mary a Marawi da parte del gruppo armato islamista Maute. La Conferenza nazionale degli ulama delle Filippine ha affermato che la distruzione di icone religiose e oggetti sacri, compiuta dai terroristi lo scorso 23 maggio, è un atto che merita la più forte condanna. “Sia fatto sapere a tutti che l'islam ordina a tutti i musulmani, anche in tempo di guerra, di ‘proteggere i luoghi di culto’”, hanno dichiarato ieri gli ulama. I religiosi musulmani hanno affermato che l'incidente rappresenta uno “sfacciato insulto e una mancanza di rispetto” agli insegnamenti dell'islam. “Essi [i terroristi] non rappresentano l'islam, bensì il suo nemico”.

Anche la Regione autonoma del Mindanao musulmano (Armm) ha criticato il gruppo terroristico locale, che ha portato la violenza nell'unica città islamica del Paese. In una dichiarazione forte, Mujiv Hataman, governatore dell’Armm, ha dichiarato che le azioni del gruppo Maute sono “inumane e inaccettabili”. “Questi terroristi non sono altro che ipocriti che minano la vera essenza dell'islam”, ha affermato il politico. “Sono la peggiore delle creazioni”.

Anche il Regional Darul Ifta, la più alta autorità islamica della regione, ha censurato l'incidente e lo ha definito “malvagio”. “Il Regional Darul Ifta condanna con fermezza l'uccisione dei cristiani, l’incendio, la distruzione e la dissacrazione della chiesa di Marawi”, si legge in un comunicato, che spiega come questi atti sono stati compiuti “per suscitare l'odio tra musulmani e cristiani nella regione”.

Della stessa opinione sono i vertici militari filippini, che lo scorso 7 giugno hanno chiesto alle compagnie di social media, tra cui Facebook e Twitter, di rimuovere il video dell’attacco alla cattedrale pubblicato dai Maute nel tentativo di trasformare il conflitto in una guerra di religione. Il gen. Restituto Padilla, portavoce militare, ha anche invitato i cittadini a non condividere il video, che mostra che i militanti strappare un quadro di papa Francesco, abbattere un crocifisso, calpestare e dare alle fiamme alcune statue religiose.