La Cina afferma che ha chiuso l’accesso all’Himalaya per la bravata di un alpinista

La decisione delle autorità cinesi è stata assunta in seguito all’ascensione non autorizzata dello scalatore polacco Janusz Adamsky. Tuttavia sulla decisione peserebbe il business delle olimpiadi invernali 2022 nonché altre motivazioni. Una spedizione dal Ladakh (India) ha portato in vetta la bandiera del Tibet e l’effige del Dalai Lama suscitando la reazione cinese. Mentre sul piano economico l’obiettivo dichiarato della Cina è di accrescere il numero di sciatori in Tibet dagli attuali 5 a 300 milioni nell’arco di 15 anni mediante la realizzazione di 800 stabilimenti e centinaia di hotel


Kathmandu (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità cinesi per la montagna hanno sospeso tutti i permessi concessi per il 2017 per l’Everest, per il Cho Oyu e per lo Shishapangma, in seguito all’ascesa non autorizzata dell’alpinista polacco Janus Adamasky che ha scalato il versante Nord dal Tibet cinese raggiungendo la vetta il 21 maggio per discendere poi dal versante Sud in Nepal.  “Poiché non è prevista la concessione di permessi in entrambi i Paesi ho dovuto farlo illegalmente”, ha dichiarato Adamsky che è stato bandito dal Nepal per dieci anni.

Tuttavia sulle motivazioni che hanno spinto la Cina a sospendere tutti i permessi per quest’anno e ad annunciare norme più restrittive per gli scalatori nel 2018 ci sono diverse ipotesi all'apparenza più consistenti della singola bravata di Adamsky. Di natura economica e politico-religiosa.

Nel 2022 si svolgeranno le Olimpiadi invernali di Pechino, in occasione delle quali l’amministrazione cinese sta realizzando in Tibet 800 stabilimenti con migliaia e migliaia di piste da sci e centinaia di hotel, ristoranti e relative innfrastrutture. L’obiettivo dichiarato è quello di accrescere il numero di sciatori in Tibet dagli attuali 5 milioni a 300 milioni nell’arco di 15 anni. A ciò si aggiunga che di recente l’Associazione cinese per le montagne del Tibet ha dato l’autorizzazione di salita dell’Everest a un gruppo del Ladakh (India) che appena raggiunta la vetta ha dispiegato un’enorme bandiera tibetana e l’effige del Dalai Lama postando poi tutto su Facebook, suscitando la reazione delle autorità cinesi.

Infine, sulle montagne del Karakorum si stanno sviluppando gli interessi relativi al progetto del corridoio economico con investimenti per 46 miliardi di dollari in infrastrutture per collegare la Cina con l’Oceano indiano che al fine di sviluppare la propria area di influenza vede in campo sia la Cina che l’India.