È il pellegrinaggio russo più lungo: 150 km. L’icona originaria è sparita ai tempi di Stalin, che distrusse anche la cattedrale. Quest’anno il pellegrinaggio è in contemporanea con la presenza della reliquia di san Nicola proveniente da Bari. Le aspersioni e i bagni in memoria del battesimo più frequentati della liturgia.
Mosca (AsiaNews) - Si è conclusa giovedì 8 giugno una delle più grandi processioni della Russia, in effetti un vero e proprio pellegrinaggio, la "processione pan-russa di Velikoretskoe", un villaggio del nord del Paese. Quest'anno la processione è stata solennizzata dalla partecipazione speciale del Patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill (Gundjaev).
Per tradizione il pellegrinaggio si svolge dal 3 all'8 giugno, e le celebrazioni principali si tengono il 5 e 6 giugno presso il fiume Velikaja (il "fiume Grande") e nelle chiese del monastero di San Trifone nel paese di Velikoretskoe, che significa appunto "paese del grande fiume". La festa si svolge in onore di un'antica icona di San Nicola custodita dal monastero, e il cammino copre un percorso di 150 chilometri dalla città di Vjatka al santuario, da percorrere in mezzo ai campi (ancora non del tutto scongelati dopo il lungo inverno). Il rito centrale prevede una generale aspersione, e per molti pellegrini una completa immersione, nelle acque sante del grande fiume, dove per tradizione sarebbe stata ritrovata l'icona. Quest'anno vi hanno partecipato oltre 35mila persone.
Si tratta del pellegrinaggio collettivo dal percorso più lungo tra quelli tradizionali di Russia. L'icona celebrata fu ritrovata nel 1383, quando un contadino di nome Agalakov la trovò presso la riva del fiume, evento che diede il nome al villaggio. In seguito fu trasportata nella città di Vjatka, rinominata Kirov nel periodo sovietico, dal nome del famoso rivoluzionario fatto uccidere da Stalin nel 1934. Kirov era l'unico possibile avversario del dittatore georgiano, e il suo assassinio segnò l'inizio del periodo del "grande terrore" staliniano.
Nel 1935, infatti, la cattedrale di Kirov fu distrutta, e l'icona scomparve. Il pellegrinaggio fu proibito negli stessi anni (anche se alcuni gruppi di fedeli si recavano clandestinamente in quei luoghi a pregare), per essere ripreso solo nel 1989 come uno dei segni della "rinascita religiosa" della Russia, in un luogo così carico di ricordi della persecuzione e della tragedia della storia sovietica. Da allora la devozione viene rinnovata ogni anno, portando in processione una copia dell'antica icona fatta sparire da Stalin. Durante il Giubileo del 2000, l'allora Patriarca Aleksij II aveva conferito al pellegrinaggio lo status di "pan-russo", che significa non solo nazionale, ma per tutti i russi in patria e all'estero; in effetti, a Velikoretskoe giungono ogni anno molti fedeli dai Paesi baltici, dalla Polonia e da altre nazioni.
Nella spiritualità degli ortodossi russi, già molto legati alle icone e al loro potere taumaturgico, associare tale devozione al gesto dell'immersione e aspersione assume un significato particolarmente evocativo. Ricordando il Battesimo originario della Rus' di Kiev nelle acque del fiume Dnepr nel 988, ogni qualvolta la liturgia della Chiesa propone il contatto con l'acqua benedetta, si raduna sempre un gran numero di fedeli. Particolarmente suggestivi sono i riti della festa del Battesimo di Gesù (l'Epifania) del 6/19 gennaio, quando da tutte le parrocchie ortodosse si raggiunge un luogo di raccolta d'acqua, preferibilmente un fiume, per compiere l'aspersione. Essendo i fiumi a gennaio quasi sempre ghiacciati, viene realizzata nel ghiaccio una grande apertura a forma di croce, dove si immergono i fedeli a cominciare dal sacerdote, almeno quelli che lo possono fare per costituzione fisica. Se la frequenza ai sacramenti e alle liturgie principali in Russia è molto ridotta, alle aspersioni la percentuale raggiunge numeri molto più significativi.
Quest'anno in particolare, il pellegrinaggio di Velikoretskoe ha assunto un valore molto più eclatante, svolgendosi nei giorni in cui in Russia è presente la preziosa reliquia di San Nicola portata da Bari, che raduna milioni di pellegrini a Mosca (a luglio sarà a San Pietroburgo). La Chiesa Ortodossa, ma anche il governo russo e lo stesso presidente Putin, attribuiscono a questi gesti sacri un significato sempre più decisivo, dopo che negli ultimi mesi sembra iniziata una crisi d'identità e di fiducia nella popolazione. Alle manifestazioni di protesta delle settimane scorse, e quelle programmate da qui alle nuove elezioni presidenziali del 2018, vengono contrapposte le grandi adunanze della devozione, in cui la Russia è chiamata a testimoniare la superiorità morale del proprio popolo e della propria storia nei confronti del resto del mondo, senza temere l'isolamento, anzi chiamando ad unirsi per la vittoria dei valori morali perenni.