Quotidiano inglese denuncia: "Pelle dei condannati a morte nei cosmetici cinesi"

Secondo un'inchiesta effettuata da giornalisti del Guardian sotto copertura, una compagnia cinese di cosmetici usa pelle di condannati a morte per sviluppare il collagene. Ricerche anche sui tessuti di feti abortiti.


Londra (AsiaNews/Agenzie) – Una ditta cinese di cosmetici usa la pelle tolta ai cadaveri dei detenuti giustiziati in Cina per sviluppare prodotti di bellezza da vendere sul mercato europeo: è la denuncia del quotidiano britannico Guardian.

Alcuni rappresentanti della ditta – che non può essere nominata per ragioni legali – hanno dichiarato ai loro potenziali clienti (giornalisti del quotidiano in incognito) che la pelle presa dai prigionieri uccisi con un colpo di pistola è stata usata per sviluppare collagene per le labbra e trattamenti anti-rughe. Il collagene è la proteina fibrosa che costituisce pelle, cartilagine, ossa ed altri tessuti connettivi.

"Questi rappresentanti – scrive oggi il quotidiano – hanno aggiunto che alcuni prodotti vengono esportati in Gran Bretagna e che la procedura di usare la pelle dei cadaveri è 'tradizionale, e non vi è nulla di scandaloso'". "Lasciando da parte le questioni etiche – continua – vi è il rischio potenziale di infezioni".

Non è chiaro se questi cosmetici siano già arrivati sul mercato inglese o siano solo disponibili su Internet e neanche se il collagene derivato dalla pelle dei cadaveri sia in fase di ricerca o già in produzione. In ogni caso il Guardian afferma che la ditta in questione ha esportato in passato prodotti legati al collagene. "Le esportazioni – denuncia - sono state fatte anche negli Stati Uniti ed in altri Stati europei. La compagnia ha provato anche a sviluppare cosmetici con il tessuto di feti abortiti".

Interrogato in maniera ufficiale, il rappresentante della compagnia ha negato l'uso di pelle prelevata a cadaveri. Ma al giornalista sotto copertura aveva detto: "Molte ricerche sono fatte usando pelle di cadaveri e feti abortiti". Il rappresentante aveva specificato che questi materiali sono comprati da compagnie di ricerca biotecnologica nella provincia nord dell'Heilongjiang e da lì sviluppate "ovunque" in Cina.

La Cina effettua più condanne a morte di tutto gli altri Paesi del mondo messi insieme, anche se è impossibile fornire dati ufficiali.