Il Regno saudita apre alla ginnastica per le bambine nelle scuole pubbliche

Lo ha annunciato il ministero all’istruzione, che precisa che l’introduzione dell’educazione fisica avverrà nel rispetto della sharia. Per i conservatori, essa è “immodesta” e contro la “natura” femminile. Mancano le strutture e le istruttrici. Per superare le reticenze degli oppositori, le autorità saudite sostengono l’argomentazione della salute.


Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – Dal prossimo anno accademico anche le bambine potranno fare educazione fisica nelle scuole pubbliche del regno saudita. Lo ha annunciato ieri il ministero saudita dell’istruzione.

L’annuncio non riporta quali tipi di attività sportive praticheranno, ma precisa che ciò avverrà “nel rispetto delle norme della sharia” (legge islamica).

La ginnastica nelle scuole per le bambine è un argomento controverso in Arabia Saudita, poiché considerata dai conservatori “immodesta”. Il Consiglio della Shura aveva approvato l’introduzione dell’educazione fisica per le studentesse nel 2014, ma la decisione non era mai stata messa in pratica per via dell’opposizione dei religiosi, che la denunciavano come segno di “occidentalizzazione”.Per gli oppositori, il rischio è che le donne si abituino all’abbigliamento sportivo e che vadano contro la loro “natura” femminile, sviluppando muscoli che le facciano assomigliare agli uomini.

Altra problematica all’insegnamento dell’educazione fisica è l’assenza di strutture e di insegnanti, poiché le università saudite non formano istruttrici donne.

Sarà la principessa Reema bint Bandar a guidare la sezione femminile dell’Autorità generale sportiva del Paese. Nel 2012, l’Arabia Saudita aveva mandato due atlete alle Olimpiadi per la prima volta per evitare l’esclusione dalle competizioni. Alle successive, nel 2016, le atlete saudite erano quattro.

Le autorità hanno di recente cercato di inquadrare la questione delle donne nello sport con argomentazioni di salute per superare le obiezioni dei conservatori. È alto il tasso di obesità fra i sauditi, e solo il 13% della popolazione fa esercizio almeno una volta a settimana. Il piano di riforma “Vision 2030” ambisce a far salire il numero al 40%.

Il regno wahhabita pone dure limitazioni alle libertà femminili a causa della sua interpretazione rigida dell’islam: le donne devono coprire capelli e corpo in pubblico, non possono guidare, viaggiare o ricevere cure mediche senza il permesso di un guardiano maschile (in genere padre, marito o un figlio).

Di recente ci sono stati piccoli miglioramenti e prese di posizione: lo scorso mese, il principe ed ex ministro Faisal Bin Abdullah ha aperto alla guida alle donne, al momento punita con 10 frustate.