Tribunale esclude quattro deputati di opposizione: hanno letto male il giuramento

Con la loro condanna l’opposizione perde la possibilità di bloccare le decisioni del parlamento. L’intervento della magistratura sollecitato dal capo dell’esecutivo su “ispirazione” di Pechino.


Hong Kong (AsiaNews) – “Ispirato” da Pechino, il Parlamento di Hong Kong sta utilizzando irregolarità formali in occasione del giuramento di fedeltà per eliminare deputati di opposizione. Ieri, infatti, l’Alta corte ha sancito la decadenza di quattro deputati a causa del modo col quale avevano giurato.

I quattro, in carica dall’ottobre 2016, fanno parte del partito Demosisto, la nuova opposizione pro-democrazia, più dura di quella precedente. Una minoranza in grado però, fino all’espulsione dei quattro, di bloccare le decisioni del Legislative Council (Legco), il parlamento di Hong Kong.

Il capo dell’esecutivo di allora, Leung Chung-ying, ha modificato il precedente atteggiamento di tolleranza e dato il via al ricorso a una tattica di “eliminazione giudiziaria” sollecitando l’intervento della magistratura. A novembre, Pechino interveniva dando una lettura delle regole da osservare durante il giuramento, da pronunciare in maniera “sincera e solenne” e senza variazioni. Un intervento che rafforzava la linea del capo dell’esecutivo e che Joshua Wong, giovane esponente di Demosisto, il nuovo partito di opposizione, figlio di Occupy Central, ha definito “l’attacco più grave portato contro la democrazia”.

Dei quattro decaduti, uno, Nathan Law, 23 anni, è stato condannato per aver usato “un tono insinuante dei dubbi, quindi una mancanza di rispetto, verso la Cina, in quanto legittimo Paese sovrano di Hong Kong”. Quanto alla parlamentare Lau Siu-lai, ha letto il suo giuramento facendo passare troppo tempo tra una parola e l’altra e rendendolo quindi “incomprensibile”. Edward Yiu, invece, per aver aggiunto delle parole.

A fine agosto sulla vicenda interverrà la Corte d’appello, massima istanza giuridica del territorio. Essa dovrebbe far intervenire un giudice internazionale.