La Caritas di Colombo promuove la coesistenza interreligiosa
di Melani Manel Perera

"Dobbiamo superare le violenze", ha detto il Venerabile Yatawatte Ganarama Thero. "Benediciamo e apprezziamo l'azione intrapresa dalla Chiesa cattolica per promuovere la convivenza interreligiosa", ha affermato  il rappresentante musulmano Abdhul Rahuman.  "La sfida per noi oggi, è costruire un Paese pacifico”, ha sostenuto padre Lawrance Ramanayake, direttore di Seth Sarana-Caritas Colombo


Colombo (AsiaNews) - "Seth Sarana", la Caritas dell'arcidiocesi di Colombo, promuove la convivenza nello Sri Lanka, come Paese multinazionale e multireligioso. Sacerdoti buddisti, musulmani, indù e cattolici si sono recati al tempio buddista di Angurukaramulla a Negombo, il 29 luglio 2017, dove hanno raccolto le firme dei sostenitori della convivenza interreligiosa appartenenti ai vari gruppi presenti nello Sri Lanka. Da lì il gruppo ha girato per circa 10 km attorno alla città, visitando diversi luoghi appartenenti a varie religioni e sempre domandando di firmare il loro appello alla campagna di convivenza.

Il Paese sta emergendo solo adesso dalla quasi trentennale guerra civile, fra Tamil e singalesi, mostrata spesso come un conflitto fra indù e buddisti. Non mancano anche oggi tensioni fra gruppi integralisti buddisti e cristiani e musulmani.

 "Dobbiamo superare le violenze avvenute in diverse parti della Sri Lanka in nome della religiosità e dell'etnia, dobbiamo dimostrare di poter vivere come una sola famiglia nel nostro  Paese multietnico e multireligioso” ha detto il Venerabile Yatawatte Ganarama Thero, attuale capo del Bodirajarama Maha Viharaya, Negombo.

 Alla Periyammula Maha Palliya (moschea musulmana), il rappresentante islamico Abdhul Rahuman ha spiegato a Asia News: "Abbiamo dato prova di una buona coesistenza nel passato, ma l’armonia è stata completamente distrutta a causa di diversi episodi di violenza che si sono verificati. Tuttavia, realizzeremo di nuovo l’unità tra di noi e ciò insegnerà alle persone a pensare e ad accettare tutte le religioni e le etnie come fossero una. Benediciamo e apprezziamo l'azione intrapresa dalla Chiesa cattolica per promuovere la convivenza interreligiosa".

Dal 2015 la Caritas di Colombo ha promosso cinque forum interreligiosi con la partecipazione dei diversi leader religiosi. Nell'ambito di questo programma si organizzano attività comuni per promuovere l'armonia interreligiosa nella comunità e per fornire un sostegno alla Pace e alla riconciliazione. Le iniziative si stanno svolgendo a Negombo Thillanduwa, Bolawalana, Periyammulla, Dalupotha e Kandasurindugama, che rappresentano le varie etnie e fedi.

Indika Lakmali che ha partecipato alla carovana è un membro cattolico del forum di Bolawalana e ha spiegato ad AsiaNews: "Al momento non esiste una vera unità tra le religioni principali del nostro Paese. Ma possiamo mostrare alla società che dobbiamo convivere e insegnare ai nostri figli a rispettare tutte le religioni e ad essere amici con tutti". Anche la buddista Priyanka Fernando presidente dello stesso forum di Bolawalana, parlando con AsiaNews ha spiegato la necessità di vivere "come sorelle e fratelli con tutti”. A questo scopo, il forum invita a scambiarsi i cibi nelle ricorrenze, per esempio il Natale per i cattolici, il capodanno per i buddisti. “questo ci aiuta a rafforzare i legami fra di noi”, ha concluso Priyanka.

“Anche se l'evento si è concluso con minore partecipazione delle edizioni precedenti”, ha dichiarato padre Lawrance Ramanayake, il direttore di Seth Sarana-Caritas Colombo, “è passato il nostro messaggio che la coesistenza etnica e interreligiosa al momento è la questione più importante nel nostro Paese. E ciò nonostante il mancato supporto dei media". "La sfida per noi oggi, è costruire un Paese pacifico”, ha concluso padre Ramanayake.

Secondo l’amministratore di Seth Sarana - Caritas Colombo, Ashan Wickremasinghe, per costruire  l'unità tra religioni e etnie, i forum interreligiosi devono poter attuare varie iniziative, “come la celebrazione congiunta dei principali festival religiosi, tenere corsi di lingua in comune, concorsi di arte e saggi con i bambini, promuovendo  il rispetto della dignità umana in collaborazione con funzionari governativi”.