Xie Yang, avvocato per i diritti umani: è ‘libero’ ma vivrà in una casa-prigione apposta per lui

Le autorità hanno trasformato l’appartamento in università (dove insegnava la moglie di Xie Yang) in una prigione con grate e con porta di sicurezza. L’appartamento vicino è tenuto dalla polizia per un controllo 24 ore su 24. Xie Yang è uno delle centinaia di arrestati nella campagna 709 del 2015. Il suo caso è tipico per il modo in cui la Cina tratta i dissidenti o chi essa ritiene pericolosi: torture, confessioni forzate, prigionia. Molti di questi avvocati, almeno la metà, sono cristiani.


Changsha (AsiaNews/China Change) - Chen Guiqiu (陈桂秋), professore di scienza dell’ambiente e moglie dell’avvocato per i diritti umani Xie Yang (foto 1), ha diffuso un video in cui si mostra che le autorità stanno costruendo una enorme porta di sicurezza, con apertura legata alle impronte digitali, fuori dell’appartamento di famiglia nel distretto di Yuelu (Changsha). Di fatto la porta funziona come la porta di una prigione. Dopo aver piazzato una grata di metallo nel corridoio (v. foto 2), il Gruppo per compiti speciali, incaricato del caso di Xie Yang, ha affittato anche l’appartamento adiacente per controllarlo con una presenza permanente della sicurezza.

Nel video, Chen Guiqiu spiega che l’edificio è la residenza per i professori dell’università dell’Hunan e che è lei la proprietaria dell’appartamento. “Stanno facendo questo - dice - per mettere Xie Yang agli arresti domiciliari per lungo tempo, non permettendo a nessuno di visitare casa nostra in libertà”.

Dopo circa due anni di prigionia, lo scorso 8 maggio, la corte di Changsha ha concesso a Xie Yang la libertà vigilata. Da allora egli è stato sotto il controllo della polizia e perfino dei brevi incontri con membri della famiglia sono avvenuti alla presenza di personale poliziesco.

Ai primi di luglio, quasi nel secondo anniversario della campagna “709”, Xie Yang è apparso brevemente su Wechat [il Whatsapp cinese], con un certo numero di suoi colleghi, condividendo alcune foto di incontri con gli amici. Il 13 luglio egli è tornato a lavorare allo studio legale Changsha Weigang Law Firm, apparendo in buono stato. Nel suo primo giorno di lavoro egli ha accettato una breve intervista con Radio Free Asia. Il titolo dell’articolo è “Ho fatto un accordo con le autorità”. In esso Xie Yang spiega di aver patteggiato con le autorità: essere rilasciato in cambio di rimanere in silenzio su cosa gli è successo in prigione, e accettare alcune limitazioni nelle sue attività professionali, ecc... Nessun altro dettaglio è emerso.

Durante il processo, sui media di Stato è apparso uno Xie Yang che negava di essere stato torturato mentre in custodia. Fra le varie immagini diffuse dalle autorità vi è quella di Xie Yang al processo, che tiene in mano un foglio e sillaba - come un balbuziente - il contenuto: “Tutto ciò che ho fatto è completamente contrario alla professione di avvocato. Queste azioni hanno macchiato la reputazione del Partito comunista e hanno avuto un cattivo impatto. Perciò, con sincerità, esprimo la mia colpevolezza e il mio pentimento. Desidero usare questa opportunità per esprimere i miei attuali pensieri sugli avvocati per i diritti umani: Quando ci prendiamo cura di casi, dobbiamo abbandonare la strategia di contattare i media stranieri o i social media per suscitare dibattito su argomenti caldi o su incidenti sensibili, attaccando il sistema giudiziario e macchiando l’immagine del Partito e degli organi di governo, e altri metodi simili.

Fare questo, non solo viola l’integrità professionale della professione e i regolamenti, calpestando l’equità e la giustizia della legge, ma anche ferisce la nazione, la società, il popolo. Tutti devono imparare da me la lezione. Dovete condurvi all’interno della struttura della legge. Non fatevi usare da forze occidentali anti-cinesi. Per questo io esprimo la mia volontà di confessare la mia colpevolezza, un vero pentimento e una sincera richiesta di scuse. Spero che gli organi giudiziari mi daranno una possibilità per riformare me stesso”.

È ovvio che la lettura a macchinetta e un po’ legnosa di questo copione di penitenza e colpevolezza faceva parte dell’accordo.

La corte deve ancora rendere pubblica a quanti anni di prigione condanna Xie Yang. La perversa trasformazione della casa di famiglia in una prigione pare essere una punizione [ulteriore] per aver accettato l’intervista con Rfa. Chen Guiqiu ha detto che dal 14 luglio in poi non riesce ad avere alcun contatto col marito. “Non so dove sia ora. Il telefono squilla, ma nessuno risponde”.

Xie Yang è stato arrestato il 10 luglio 2015 nella provincia dello Hunan, mentre stava difendendo un caso. Egli era parte dell’arresto di massa del “709”, di centinaia di avvocati per i diritti umani nel Paese. Dopo sei mesi di detenzione segreta (la cosiddetta “detenzione residenziale in un posto designato”), con la prigione che a ripetizione usava la scusa di aver bisogno di ulteriori “interrogazioni”, per allungare la sua prigionia (退侦延期), il 16 dicembre 2016, a Corte municipale intermedia di Changsha ha accusato Xie Yang di “incitamento alla sovversione contro lo Stato” e di “disturbare l’ordine della corte”. Le basi della prima accusa, la sovversione, erano le sue critiche dal governo sui social media e le sue opinioni sulla difesa [dei colpevoli]. Le accuse contro l’ordine della corte vengono dalle sue proteste verso la corte, che si rifiutava di accettare e registrare suoi legittimi reclami legali.

Dopo essere incriminato, a Xie Yang è stato permesso di vedere gli avvocati difensori che la famiglia aveva scelti: era la prima volta che questo succedeva in tutti i casi del 709. A tutti gli altri avvocati e dissidenti detenuti a Tianjin è stato proibito di incontrarsi coi loro legali.

Dal dicembre 2016, fino a gennaio di quest’anno, due avvocati di Xie Yang hanno avuto una serie di incontri con lui. Xie Yang ha offerto dettagliate rivelazioni sulla tortura, gli abusi barbari e inumani a cui era stato soggetto nel periodo di residenza sorvegliata e nella prigione. Tali abusi comprendono privazione del sonno, battiture, minacce di uccidere sua moglie e i figli, privazione della carta igienica.

Più tardi, gli avvocati di Xie Yang hanno pubblicato le trascrizioni, documentando le sue torture e provocando una ferma e sostanziale risposta globale da media, governi, organizzazioni per i diritti umani, associazioni legali. Uno dei motivi che hanno spinto a tale scelta era che fino a quel momento, sebbene ci fosse un enorme interesse internazionale verso il trattamento degli avvocati e dei dissidenti tenuti per così tanto tempo in detenzioni segrete, non c’era alcun modo di avere altre informazioni.

In una dichiarazione del 13 gennaio, resa pubblica dai suoi legali, Xie yang afferma: “Se un giorno in futuro, io dovessi confessare - per iscritto, o in video, o su nastro - ciò non sarà una vera espressione della mia mente. Potrebbe essere che io sia stato soggetto a prolungate torture, o perché mi hanno offerto la possibilità di essere rilasciato su cauzione per essere riunito con la mia famiglia. Proprio adesso sono sottoposto a una enorme pressione, la mia famiglia è posta sotto enorme pressione per ‘confessare’ la mia colpa e rimanere in silenzio sulle torture che ho subito”.

Negli ultimi anni, Xie Yang ha assunto casi su migranti interni forzati, persone comuni uccise dalla polizia e altri casi, difendendo i cinesi più deboli. Come altri avvocati per i diritti umani, nel difendere questi casi si è trovato spesso dall’altra parte del tavolo rispetto al governo.

Chen Guiqiu ha pubblicato un invito per chiunque desideri andare a visitare la sua casa a Changsha: “Venite e vedete come essi trattano un avvocato per i diritti umani, che è stato rilasciato. Venite a dare un’occhiata allo stato di diritto in Cina”.

L’indirizzo è:

Residenza dei professori dell’Università dell’Hunan

Edificio 3-23, appartamento 1401 (l’appartamento 1402 è quello preso dalle forze di sicurezza dello Stato)

In inglese: Hunan University Professor’s Residence in Yuelu District, Changsha, building 3-23, apartment 1401 (1402 being the apartment taken over by state security.)

In cinese: 长沙市岳麓区猴子石大桥西侧阳光100国际新城第一期湖南大学教师公寓3-23栋1401房.

Lo scorso febbraio, Chen Guiqiu è fuggita dalla Cina insieme ai due figli di Xie Yang. Dopo diverse complicazioni è ora arrivata negli Stati Uniti.

(Da “China Change”, 2 agosto 2017)