Dhaka, i diritti degli indigeni da iscrivere nella costituzione
di Sumon Corraya

Nella Giornata internazionale dedicata ai popoli indigeni, organizzata una manifestazione con migliaia di partecipanti. Danze, musiche, processione con candele. Muhammed Zafar Iqbal, scrittore ed educatore. La diversità è bellezza. Ma il governo si dimentica dei diritti delle minoranze.


Dhaka (AsiaNews) - Migliaia di bangladeshi, appartenenti a minoranze etniche, hanno osservato ieri la Giornata internazionale per i popoli indigeni, chiedendo che i loro diritti vengano riconosciuti e iscritti nella costituzione del Paese. Il tema della Giornata di quest’anno è “I 10 anni dalla dichiarazione Onu sul diritto dei popoli indigeni”.

In Bangladesh vi sono all’incirca 50 gruppi di minoranze per un numero totale di 3 milioni di persone. La maggior parte di loro ha proprio linguaggio, cultura, modo di vestire, cibo, tradizioni. Un buon numero di loro sono cristiani. Essi sono spesso vittime della maggioranza bengali e musulmana: esprorpio di terre, ingiustizie, uccisioni, schiavismo,…

Per sostenere i diritti delle minoranze, è stato organizzato un fitto programma presso il Central Shaheed Minar, con danze tribali e musiche, a cui hanno partecipato migliaia di persone.

Jyotirindra Bodhipriya Larma, presidente del Forum nazionale degli Adivasi (tribali) ha denunciato il governo “che cerca di eliminare le minoranze etniche dal Paese. Se a queste popolazioni non saranno riconosciuti i loro diritti, essi dovranno combattere per sopravvivere”. Il leader del Forum ha spinto soprattutto i giovani a impegnarsi per ottenere tale riconoscimento.

Il programma è stato voluto dal famoso scrittore ed educatore Muhammed Zafar Iqbal. Intervenendo all’incontro, egli ha sottolineato: “Nella mia vita ho capito che la diversità è bellezza. In questo Paese noi abbiamo molti gruppi etnici, essi sono parte della bellezza. È importante che il governo si prenda cura di loro. È triste vedere come il numero dei gruppi indigeni stia diminuendo: in tal modo stiamo perdendo l’elemento diversità”.

Ospite principale della manifestazione è stato Rasheed Khan Menon, ministro del Turismo e dell’aviazione civile che ha espresso la sua solidarietà ai gruppi etnici. “Il Bangladesh - ha detto - ha molti gruppi etnici e questo è materia di orgoglio davanti agli stranieri, ma tali gruppi non vengono riconosciuti come popoli indigeni nella costituzione. Il nostro dovere è rispondere alle richieste di questi popoli indigeni”.

L’associazione degli studenti Garo, un movimento cristiano di studenti appartenenti a questo gruppo etnico, ha anche organizzato una marcia con candele accese, a cui hanno partecipato almeno 1000 persone. Rajib Sangma, uno studente Garo, cattolico, spiega: “Abbiamo acceso queste candele come un segno per rimuovere ogni persecuzione, oppressione, sfruttamento, abuso, diritto negato. Spesso siamo perseguitati solo perché siamo una minoranza. Vogliamo vivere secondo la nostra cultura”.

Sanjeeb Drong, un cattolico Garo e segretario del Forum, afferma triste: “Noi popoli indigeni abbiamo vissuto in questo Paese per molti anni. In passato il governo osservava la Giornata internazionale dei popoli indigeni. Ma ora non ci riconosce nemmeno come popoli indigeni: questo è un fallimento per il governo. Vogliamo essere riconosciuti”.

Alla manifestazione sono emerse 9 domande da fare al governo. Fra queste: diritto di proprietà sui terreni tradizionali dei popoli indigeni; giustizia per tutti I gruppi perseguitati; costituire una commissione per distribuire i terreni ai gruppi etnici; riconoscere i popoli indigeni nella costituzione; attuare in pieno l’accordo di pace dei Chittagong Hill Tracts, firmato nel 1997 fra il governo di Dhaka e i gruppi tribali dell’area, dopo anni di guerra.