Secondo un'organizzazione internazionale per i diritti umani la retata è collegata all'aumento del malcontento popolare nella "capitale del lusso" cinese. Chi viene arrestato subisce violenze e trattamenti psichiatrici.
Shanghai (AsiaNews/Agenzie) La polizia ha arrestato oltre 100 persone che protestavano contro l'esproprio di terre e di case a Shanghai. Secondo Human Rights in China (Hric), organizzazione internazionale per i diritti dell'uomo, l'azione segnala un irrigidimento significativo delle autorità in seguito alle numerose proteste in ogni parte della Cina.
Le denunce pubbliche sono in gran parte collegate all'esproprio forzato di case e terreni ai cittadini, che le autorità municipali gettano sulle strade in nome del "rinnovamento urbano". Coloro che si ribellano vengono sequestrati dalla polizia (anche nel cuore della notte), caricati su autobus e gettati in prigione. Secondo Hric la retata è stata organizzata dall'Ufficio petizioni e lettere di Shanghai che ha il compito di ricevere le lamentele della popolazione e dalla Pubblica sicurezza del distretto di Jing An.
Fra gli arrestati, chi non collabora, viene malmenato o ricoverato per il lavaggio del cervello. Uno dei detenuti, Zhang Fenfen, è stato chiuso a forza in un ospedale psichiatrico per un trattamento che curi la sua "personalità ostruzionista". Mao Hengfeng e Wu Xiewei sono sposati: dopo l'arresto, avvenuto il 15 settembre, Mao dice di aver subito una terapia basata sull'elettroshock.
Nessuno riesce a contattare in alcun modo gli organizzatori delle proteste e la polizia non commenta i fatti. La scorsa settimana un attivista cinese che protestava contro l'esproprio della propria casa è stato portato davanti ad un tribunale ed ora è in attesa di verdetto.
La legge cinese permette a tutti i cittadini di presentare petizioni al governo per qualunque motivo, ma i milioni di denunce contro gli abusi della pubblica sicurezza che vengono presentate ogni anno sono in genere ignorate.