L’arcidiocesi di Mumbai apre scuole e parrocchie agli alluvionati (Foto)
di Nirmala Carvalho

La megalopoli da 20 milioni di abitanti è sommersa dall’acqua. Le scuole sono chiuse; i voli aerei cancellati; i trasporti bloccati. In tutte le strutture diocesane offerti pasti caldi, vestiti asciutti, coperte e lenzuola per dormire.


Mumbai (AsiaNews) – L’arcidiocesi di Mumbai (Maharashtra) ha deciso di aprire le scuole e le parrocchie per dare rifugio e accoglienza ai cittadini sfollati dall’alluvione. La decisione è stata presa ieri dal card. Oswald Gracias, l’arcivescovo, per rispondere all’emergenza umanitaria provocata dalle pesanti piogge monsoniche che da mesi sferzano tutta l’Asia del sud. Tramite il suo ufficio, il porporato ha diramato un elenco delle strutture che rimarranno aperte giorno e notte, disseminate in ogni angolo della megalopoli che conta 20 milioni di abitanti. Ad AsiaNews egli riporta che a “Mumbai le pesanti piogge e le estreme condizioni climatiche hanno mandato in tilt trasporti su strada e ferrovia e il traffico locale. Le persone sono bloccate. Per questo ho chiesto a tutte le chiese, le scuole e gli istituti dell’arcidiocesi di offrire rifugio a tutti, a prescindere da casta e credo”.

Dopo l’appello del cardinale, la macchina dell’accoglienza si è attivata in ogni struttura. All’Holy Name School, di fianco l’arcivescovado, sono state alloggiate più di 45 persone, arrivate esauste dopo giorni passati all’aperto. Il centro pastorale diocesano di Bandra ha aperto le porte alle 9 di sera, e già 17 persone erano in attesa. P. Fitzgerald Fernandes riferische che “la gente ha continuato ad arrivare per tutta la notte. Una coppia proviene dal Gujarat e ha cercato rifugio qui”. Presso la basilica di Nostra Signora del Monte, sempre a Bandra, alcuni lavoratori hanno trovato posto per il giaciglio sull presbiterio. Alla chiesa di san Giuseppe, accolti altri 170 alluvionati. A tutti quanti, riferisce l’arcidiocesi, vengono offerti pasti caldi, la colazione, vestiti asciutti, coperte e lenzuola per dormire, articoli da bagno per potersi lavare.

Da giorni Mumbai, principale snodo industriale dell’India situato sulla costa centro-occidentale, è del tutto sommersa dall’acqua. L’inondazione è dovuta alle pesanti precipitazioni, ma anche alla sua posizione geografica e alla obsoleta rete di drenaggio. Tutta la città è bloccata, le scuole sono chiuse, i voli aerei cancellati. Il personale medico del King Edward Memorial Hospital è stato costretto ad evacuare il reparto pediatrico, invaso dall’acqua. Sui social media le autorità hanno anche lanciato appelli alla prudenza, invitando gli abitanti a non uscire in strada.

Il monsone sta provocando una vera crisi umanitaria in tutta la parte meridionale dell’Asia. Gli Stati più colpiti sono quelli di India, Bangladesh e Nepal, dove i dati più aggiornati parlano di almeno 1000 morti. Secondo le Nazioni Unite, in tutto sarebbero circa 41 milioni le persone colpite dal disastro naturale che si è abbattuto nella regione.

Le piogge monsoniche sono un fenomeno naturale che si verifica ogni anno. Ma in questa occasione, forse a causa degli effetti del cambiamento climatico, le precipitazioni sono state molto più abbondanti. In pochi giorni nella città indiana sono caduti 100 millimetri di pioggia. Secondo gli esperti, si tratta di un livello di guardia, che fa temere il ripetersi del disastro del 2005, quando alla fine si contarono oltre 1000 morti.