L'Iraq accusa la Siria: non coopera contro il terrorismo

New York (AsiaNews/Agenzie) - Hoshyar Zebari, ministro iracheno degli Esteri, ha accusato la Siria di non lavorare a sufficienza per bloccare il flusso di terroristi in Iraq, violando gli obblighi sanciti dalle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite.

Durante un incontro al Palazzo di vetro ha dichiarato: "Chiediamo ancora ai nostri vicini di unirsi a noi nella cooperazione strategica regionale e nella lotta al terrore. I paesi confinanti all'Iraq attraverso accordi bilaterali o incontri ministeriali si sono assunti delle responsabilità nei nostri confronti, in linea alla risoluzione 1618 del Consiglio di sicurezza".

"Avvertiamo fortemente - continua Zebari - la mancanza di una volontà politica della Siria a tener fede agli impegni assunti verso l'Iraq". "Purtroppo – dice ancora - una grandissima quantità di combattenti e terroristi stranieri entrano nei nostri confini dalla Siria, ed il governo siriano non ha dimostrato nessuna seria volontà di bloccare il flusso. Rinnoviamo ai nostri vicini la richiesta di controllare le frontiere e di combattere con forza contro il terrorismo".

Faissal Mekdad, ambasciatore siriano all'Onu, ha replicato alle accuse: "Posso assicurarvi che la Siria affronta questa problematica in modo serio e con forte volontà politica". Mekdad ha sottolineato che Damasco ha schierato oltre 10 mila soldati per controllare le frontiere con l'Iraq, ed ha inoltre stanziato milioni di dollari per controlli straordinari.

"Noi arrestiamo tutti coloro che sono potenziali infiltrati - conclude il diplomatico - e a centinaia li rimandiamo nei rispettivi paesi. Non è questa volontà politica?"