New Delhi, il bando delle rupie ‘un atto di suicidio’
di Jaswant Kaur*

La politica monetaria del premier Narendra Modi è stata presentata come lotta alla contraffazione di moneta. In realtà la “demonetizzazione ha aiutato il governo a vincere le elezioni in Uttar Pradesh”. Diminuzione del potere d’acquisto dei consumatori e degli investimenti degli imprenditori; aumento del debito pubblico e della spesa per stampare moneta.


New Delhi (AsiaNews) – Il bando delle monete da 500 e 1000 rupie è stato un vero e proprio “atto di suicidio”. Con queste parole Jaswant Kaur, segretario e direttore delle comunicazioni di Deepalaya, commenta la “demonetization”, cioè la politica monetaria approvata nel novembre 2016 dal premier Narendra Modi. Presentata al pubblico come un tentativo di combattere la corruzione, essa in realtà ha gettato sul lastrico milioni di contadini e di poveri, soprattutto nelle campagne. Come già sottolineato da AsiaNews, la manovra è servita al partito del Bjp (Bharatiya Janata Party) per vincere le elezioni in Uttar Pradesh. Di seguito l’opinione dell’esperto (traduzione a cura di AsiaNews).

Questo mese il governo indiano ha due importanti rapporti da approfondire. Il primo è quello della Reserve Bank of India (Rbi), che alla fine ha rivelato il suo rapporto annuale. In esso si afferma che il 99% delle banconote che sono state rottamate da un giorno all’altro nella serata dell’8 novembre 2016, sono state riconsegnate al sistema bancario. In altre parole, la pretesa del primo ministro Narendra Modi che ha affermato che le persone che possedevano monete contraffatte avrebbero passato notti insonni, si è rivelata non solo sbagliata, ma ha anche consentito agli accumulatori compulsivi di legittimare i contanti sospetti di cui erano in possesso.

Il secondo è di Raghuram Rajan, ex governatore della Reserve Bank, che alla fine ha parlato della demonetization. Nel suo libro – "Faccio quel che faccio" – Rajan sostiene che fino all’ultimo giorno del suo incarico, il 3 settembre 2016, la Rbi non aveva preso alcuna decisione sulla demonetization. Ciò significa che il governo ha adottato questa scelta nell’arco di due mesi, senza alcuna preparazione, senza nemmeno considerare le posizioni favorevoli e contrarie.

Il libro ha confermato le opinioni che i critici esprimono da tempo. Rajan ha anche detto che il governo ha richiesto il proprio parere sulla demonetization ed egli ha presentato una nota dettagliata con la lista dei prerequisiti necessari alla rottamazione delle banconote e il tempo richiesto per portare a termini questo gigantesco compito. Egli ha suggerito non solo il procedimento ma anche le alternative che avrebbero potuto salvare l’economia da questo colossale abbaglio che il governo ha commesso, sebbene [con l’obiettivo] di vincere i cuori delle persone, in particolare quelle dello Stato più popoloso – l’Uttar Pradesh.

Di sicuro la demonetizzazione ha aiutato il governo a vincere le elezioni in Uttar Pradesh. L’uomo comune, colui che non capisce la complessa formula che domina l’economia, era felice nonostante i problemi che doveva affrontare nelle lunghe code per cambiare i soldi. In qualche modo egli aveva una intima convinzione che Modi stesse facendo qualcosa e ne avrebbe raccolto i frutti nel lungo periodo.

È stato solo quando il lavoratore precario ha dovuto lottare per trovare lavoro, quando il piccolo e medio imprenditore non ha avuto più denaro per comprare i materiali grezzi o per pagare gli stipendi, che le persone hanno iniziato a realizzare la follia che il governo aveva compiuto. La situazione nelle città era di gran lunga migliore dei villaggi remoti, dove le banche non avevano contanti da dare alle persone. Abbiamo osservato donne, giovani e anziani che, tralasciando le faccende domestiche, si attardavano in fila in attesa di poter avere qualche soldo.

Il governo ha ignorato gli avvertimenti dell’ex governatore della Rbi, il quale [affermava] che i benefici a lungo termine avrebbero avuto maggiore peso dei costi economici di breve periodo. I risultati sono chiari. L’economia, che nell’ultimo trimestre del 2015-2016 era cresciuta fino al 7,9%, tra ottobre e dicembre 2016 ha rallentato la corsa al 7%, e giù ancora fino al 6,1% tra gennaio-marzo 2017 e 5,7% tra aprile-giugno 2017. E non è finita qui. L’effetto a cascata sarà ulteriore.

Il potere d’acquisto dei consumatori continua a essere basso e gli imprenditori sono diffidenti nel fare investimenti. La percentuale di consumo privato del prodotto interno lordo (Gdp) si è ridotta dal 66,2% tra gennaio-marzo 2017 a 62,3% tra aprile-giugno 2017. Il debito pubblico ha già raggiunto il 92,6% del livello annuo tra aprile e giugno 2017, lasciando poco margine per quello che è chiamato consolidamento fiscale, che il governo ha bloccato negli ultimi due anni.

Il governo sta aumentando la spesa per stimolare la domanda. Ma l’attuale stato del debito pubblico non lascia spazio a ulteriore spesa. Ora il governo può sia continuare a spendere e superare il suo obiettivo di disavanzo fiscale di almeno 2 volte il limite e affrontare l’ira delle agenzie di rating, o può ridurre la spesa senza aspettarsi la crescita. Finora le agenzie hanno considerato l’economia indiana come una delle più robuste al mondo. All’indomani della demonetization, le cose non saranno più le stesse. E sì, l’effetto della diminuzione di moneta continuerà anche nel prossimo anno fiscale.

Il settore informale ha sofferto il colpo più grande. I lavoratori non specializzati, che di solito svolgevano impieghi non qualificati, ora non hanno un impiego. Durante la demonetization i contadini sono stati obbligati a vendere i loro prodotti ad un prezzo inferiore. Come fa il governo a pretendere che essi riescano a ripagare i debiti agricoli? Sotto pressione, alcuni Stati sono stati costretti a cancellare la gran parte dei debiti sul raccolto, cosa che potrebbe avere un impatto negativo sulla crescita e peggiorare la situazione del debito fiscale. Essi non hanno altra scelta che frenare la spesa di capitale. In poche parole, l’andamento della crescita non è più emozionante.

Nonostante un basso tasso d’interesse, le banche non hanno visto alcun aumento di credito. Al contrario, c’è stato un picco di prestiti cattivi. Di sicuro il colpo da maestro ha causato molti danni al Paese e all’uomo comune.

Rajan sostiene che “solo un governo autoritario può tranquillamente provocare una tale miseria al popolo, con milioni di persone innocenti che sono private dei loro soldi e sottoposte a sofferenza, disagi e offese nel tentativo di avere indietro il proprio denaro”.

E coloro che hanno appoggiato questa opportunità di convertire il denaro contraffatto in denaro pulito hanno mostrato depositi in denaro nelle loro dichiarazioni dei redditi e depositi fiscali a tassi prescritti. Essi sono molto sicuri che usciranno puliti come è già successo in passato.

Il rapporto indica che “il governo si aspetta che tutte le banconote specificate saranno restituite al sistema bancario per diventare circolante d’uso effettivo”. È ovvio che il ministero delle Finanze pensa che le persone abbiano dimenticato ciò che Modi ha detto l’8 novembre 2016. Quelle parole risuonano ancora nelle nostre orecchie, Jaitley Saab [“signor Jaitley”, riferito al ministro delle Finanze Arun Jaitley – ndr]. Modi ha affermato con voce tonante: “Le banconote da 500 e 1000 rupie sono accumulate da elementi anti-nazionali e anti-sociali e diventeranno inutili pezzi di carta”.

E in molti hanno fatto simili affermazioni, come il procuratore generale Mukul Rohtagi, Bibek Debroy, membro di Niti Ayog, e altri.

Con la pubblicazione di questi rapporti, sembra che il governo stia tentando di rassicurare se stesso che l’intera opera non è stata un fallimento. Al contrario, il costo della stampa delle banconote si è raddoppiato e la Rbi ha dovuto spendere 79,65 miliardi di rupie [oltre 650 milioni di euro, ndr] tra giugno 2016 e giugno 2017, rispetto ai 34,2 miliardi di rupie [279 milioni di euro, ndr] spesi tra il 2015 e il 2016. Circa 23,8 miliardi di banconote sono state immesse sul mercato. Il valore reale delle rupie da 500 e di quelle da 2000 è di gran lunga inferiore rispetto al prezzo di stampa. Serviranno almeno due o tre anni prima che l’India si riprenda dallo shock chiamato demonetization.

*segretario e direttore delle comunicazioni di Deepalaya

(Ha collaborato Purushottam Nayak)