Cisgiordania: Palestinese uccide tre coloni israeliani, un ferito grave

L’attacco è avvenuto nei pressi dell’ingresso posteriore della colonia di  Har Adar. Ancora sconosciuta l’identità dell’attentatore e delle tre vittime. L’uomo è stato “neutralizzato” dalle forze di sicurezza. Il sopravvissuto è stato trasportato d’urgenza in un ospedale di Gerusalemme. 

 


Gerusalemme (AsiaNews) - Questa mattina un uomo armato, di origine palestinese, ha ucciso a colpi di arma da fuoco tre cittadini israeliani parte di un gruppo che si trovava all’ingresso di una colonia ebraica, nei Territori Occupati della Cisgiordania. È quanti affermano fonti della polizia israeliana, le quali aggiungono che l’assalitore è stato anch’egli colpito durante uno scontro a fuoco con gli agenti ed è morto poco più tardi; la sua identità non è stata ancora rivelata. 

In un comunicato la polizia israeliana riferisce che “un terrorista” ha “raggiunto la porta posteriore” della colonia di Har Adar, insieme ad un gruppo di lavoratori palestinesi che stavano entrando nell’insediamento e ha aperto il fuoco “sulle guardie armate presenti sul posto”. Oltre alle vittime, il bilancio - ancora provvisorio - parla di almeno un’altra persona ferita in modo grave. Le vittime presentano tutte ferite da arma da fuoco e da taglio. 

“L’assalitore - conclude la nota - è stato neutralizzato dalle forze di sicurezza”. 

Il solo ferito sopravvissuto all’attacco è stato trasferito d’urgenza all’ospedale di Hadassah, a Gerusalemme; dalle poche informazioni sinora filtrate sarebbe in condizioni critiche a causa delle ferite riportate nell’assalto. 

Fonti del Jerusalem Post riferiscono che le autorità non hanno voluto rivelare l’identità delle vittime israeliane. 

Dall’ottobre del 2015 si sono moltiplicati incidenti e scontri in Israele e nei Territori palestinesi; a innescare la miccia della nuova spirale di violenze, una serie di provocazioni di ebrei ultra-ortodossi che sono andati a pregare sulla Spianata delle moschee all’indomani dello Yom Kippur e del Sukkot. 

Scontri e violenze sono quindi sfociati nella cosiddetta “intifada dei coltelli”, una striscia di sangue in cui sono morti 255 palestinesi, circa 50 israeliani, insieme ad alcuni stranieri fra cui due americani, un giordano, un sudanese e un eritreo.

Israele accusa la leadership palestinese di fomentare questi attacchi; di contro, i palestinesi puntano il dito contro i vertici dello Stato ebraico, la cui politica di occupazione ha alimentato decenni di frustrazioni e di sentimenti di rivalsa fra la popolazione. (DS)

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