Lavoratori nordcoreani lasciano la Cina a causa delle sanzioni Onu

Giro di vite sul rinnovo e il rilascio dei visti. Compagnie chiuse entro 120 giorni. Sono 100mila i nordcoreani che lavorano all'estero.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Sono sempre di più i lavoratori nordcoreani costretti a lasciare la Cina in seguito all'applicazione delle sanzioni imposte dall’Onu lo scorso 12 settembre. Pechino annuncia la chiusura di tutte le aziende nordcoreane e miste entro 120 giorni, e applica intanto un giro di vite sul rilascio e il rinnovo dei visti.

Sin dal 12 settembre, la Cina impone un blocco sull’estensione dei visti e attua restrizioni per il rilascio di nuovi. La chiusura ha portato alla partenza di circa 2.600 nordcoreani solo dalle provincie nordorientali di Liaoning, Jilin e Heilongjiang, dove i lavoratori sono impiegati nell’industria peschereccia. Su WeChat, applicazione di messaggistica molto diffusa in Cina, circola una foto in cui appaiono centinaia di donne nordcoreane in attesa per il rimpatrio.

Si suppone che almeno 100mila lavoratori della Nordcorea risiedano fuori dal Paese d’origine per guadagnare valuta forte, un’entrata annuale che si stima intorno ai 500 milioni di dollari Usa. La presa di posizione di Pechino, alleata storica di Pyongyang, rappresenta un passo decisivo nelle pressioni contro il regime di Kim Jong-un, i cui test missilistici sono stati definiti dall'Onu come una "minaccia globale".