Il governo birmano: ‘Investimenti cinesi per lo sviluppo del Paese’

Naypyidaw apre al piano economico della “Belt and road initiative” (Bri). Il Myanmar importante snodo per collegare l’Asia sud-orientale e l’Asia meridionale. Nel Rakhine colpito dai conflitti etnici, finanziamenti per 10 miliardi di dollari.


Yangon (AsiaNews/Agenzie) – Il governo del Myanmar sta valutando in che modo il Paese può contribuire a programmi come la “Belt and road initiative” (Bri) della Cina, con lo scopo di sviluppare la propria rete di infrastrutture.

Ieri durante l’ Asean and Asia Forum di Singapore, U Win Khaing, ministro birmano per le Costruzioni, ha dichiarato che la nazione ha bisogno di migliorare con rapidità per far fronte alla migrazione interna di massa verso le città. Il ministro ha affermato che il governo è in contatto con diversi potenziali partner, tra cui la Cina ed il Giappone, e sta promuovendo il Myanmar come un importante snodo per collegare l’Asia sud-orientale e l’Asia meridionale.

La Bri è l’ambiziosa iniziativa cinese per rilanciare il commercio lungo antiche tratte che attraversano l’Asia e raggiungono l’Europa e l’Africa. Nell’ambito del suo piano di sviluppo economico, Pechino ha stanziato investimenti massicci nel Myanmar, impegnandosi per la costruzione di strade, ferrovie, porti ed oleodotti. Circa 10 miliardi di dollari in investimenti cinesi sono destinati alla costruzione di un porto in acque profonde, un’area commerciale, una zona economica speciale, nonché altri progetti infrastrutturali a KyaukPhyu, nel remoto stato occidentale del Rakhine, dove è in corso una delle più gravi crisi umanitarie.

Nel 2013, i governi di Cina e Myanmar hanno siglato un accordo per creare nella regione un area di 17kmq che serva da base industriale ed infrastrutturale per maggiori rapporti commerciali tra i due Paesi. Anche compagnie private sono coinvolte nel progetto, con un consorzio cinese pronto a coprire i 7,3 miliardi di dollari per il porto ed i 2,45 per l’oleodotto.

All’inizio di quest’anno, i lavori sul progetto cinese da 3,6 miliardi di dollari per la costruzione della diga Myitsone sono stati sospesi in seguito a proteste ambientaliste e tribali. Essa sarebbe stata la prima diga a sbarrare il fiume Irrawaddy, culla della civiltà del Myanmar.