Massima allerta nel Xinjiang contro "separatismo" e "terrorismo"

Oggi, 50° anniversario del dominio di Pechino sulla regione autonoma; la Cina teme azioni da parte degli uighuri nella zona. Attivisti dell'etnia perseguitata avvertono: cresce il sentimento anticinese, lo Xinjian può diventare una "bomba a orologeria".


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Massima allerta delle forze di sicurezza cinesi nello Xinjiang. Il governo ha ordinato di reprimere ogni tentata azione di separatismo e terrorismo dei musulmani uighuri, nel giorno in cui si celebra il 50° anniversario del controllo di Pechino sulla regione autonoma. Questa etnia, con lingua e tradizioni proprie, costituisce la maggioranza dei i 19 milioni di abitanti dello Xinjiang, regione settentrionale ricca di petrolio, indipendente fino al 1955  conosciuta con il nome di Turkestan Orientale.

Il livello di allarme si è alzato ieri quando alcuni attivisti musulmani uighuri in esilio hanno avvertito di voler trasformare le celebrazioni di oggi in un "giorno di lutto".

Luo Gan, membro del Comitato permanente del Politburo del Partito Comunista, ha dichiarato ieri che "la stabilità dello Xinjiang preoccupa tutto il paese". "Dobbiamo continuare a combattere duramente tutte le attività criminali - ha aggiunto - e mantenere l'ordine sociale".

Da molti anni la Cina, temendone le spinte autonomiste, perseguita questa etnia con il carcere e la sistematica eliminazione di ogni loro identità. Ieri attivisti musulmani uighuri in esilio - uniti nel Congresso mondiale uighuri (Wuc) -  hanno criticato la Cina per l'oppressione e lo sfruttamento della regione dello Xinjiang e avvertito che la zona può diventare una "bomba a orologeria". Secondo il Wuc "le attività di oppressione politica, omologazione culturale, sfruttamento economico, distruzione ecologica, discriminazione razziale hanno gradualmente trasformato il Turkestan orientale in una bomba a orologeria". "Come risultato – aggiunge il gruppo –è diventato più profondo in tutta la zona un grave sentimento anticinese."

Secondo il Wuc, il leader cinese Mao Zedong costituì lo Xinjiang nel 1955 dopo aver promesso auto determinazione e piena indipendenza per la popolazione del Turkestan orientale.

"Il fondatore della Cina è morto 3 decenni fa  – ricorda il Wuc – ma gli obiettivi strategici, economici e politici cinesi nel Turkestan orientale sono rimasti identici". "Gli attuali leader cinesi continuano la stessa politica per trasformare la regione in una loro colonia, per assimilare il popolo Uighuri e per sfruttare le risorse naturali".

Pechino considera cruciale lo Xinjiang per la sua posizione strategica vicina all'Asia centrale e la presenza di cospicui giacimenti di petrolio e gas naturale. Nell'ultimo decennio la zona è stata meta di una consistente immigrazione di cinesi di etnia Han.