Mons. Emmanuel Fernando, nuovo vescovo di Mannar al servizio dei Tamil
di Melani Manel Perera

È stato nominato vescovo due giorni fa da papa Francesco. Incontrerà il personale della diocesi per comprendere le necessità più urgenti. I problemi del territorio, ancora afflitto dalle conseguenze della guerra civile. Il cammino in continuità con i predecessori. Non si devono mescolare politica e religione, ma è urgente parlare in difesa della gente.


Colombo (AsiaNews) – Un’opportunità per servire il popolo Tamil, “usare la mia lingua madre e aiutare quanti in Mannar cercano una guida e hanno bisogno di qualcuno che dia loro voce e che li ascolti”. Il vescovo vuole essere vicino a coloro che “hanno perso i loro terreni” e ai parenti degli “scomparsi” e degli “uccisi”. Così mons. Fidelis Lionel Emmanuel Fernando definisce il suo impegno come nuovo vescovo della diocesi del Mannar, provincia nord-occidentale dello Sri Lanka, in passato teatro di molti scontri della guerra civile in Sri Lanka. Mons. Emmanuel Fernando è stato nominato due giorni fa da papa Francesco.

Nato il 20 maggio del 1948 a Jaffna, è stato ordinato nel gennaio del 1973. Nel 1987 ha ottenuto in dottorato in Teologia morale all’Università cattolica di Washington. Dal febbraio del 2012, il vescovo è stato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Colombo, e in passato ha svolto diverse mansioni, fra cui professore, vice-rettore e rettore del Seminario nazionale di Kandy.

Ecco l’intervista rilasciata ad AsiaNews.

Eccellenza, quali sono le sue impressioni a questa nomina?

So che la diocesi di Mannar è molto grande; più di 100mila cattolici; più di cento preti e molti altri religiosi. Io devo servire questa diocesi, perciò guardo a questa grande prova che mi è stata data, e devo affrontarla con responsabilità e prudenza. Perciò, solo con l’aiuto di Dio posso prepararmi a questo grande compito.

Come pensa di svolgere questo nuovo lavoro pastorale per la diocesi?

Anche se la nomina è stata fatta due giorni fa io non ho ancora incontrato i sacerdoti di lì, quindi ragionerò su un piano per la diocesi solo dopo averli incontrati. Ho bisogno di sapere quali siano i bisogno più urgenti, quali le priorità, e solo dopo potrò pensare a pianificare.

Come intende fare per comprendere le necessità della popolazione, in special modo considerando che essi sono Tamil che hanno sofferto a causa della lunga guerra civile?

Ho fatto visita a Mannar di recente e so che ci sono ancora molti problemi. Dopo la guerra hanno perso i loro terreni, i loro cari sono scomparsi, e molte persone sono state uccise. Le famiglie soffrono l’assenza dei loro membri, in particolare dei capo-famiglia. Sono in una situazione che deve essere ancora risolta. Ci sono molti bisogni, quindi dobbiamo aiutarli a trovare soluzioni ai diversi problemi che affrontano. Ad esempio, in alcuni luoghi hanno le case proprio accanto la chiesa, ma essa è occupata dall’esercito, e per questo devono camminare due o tre chilometri per venire in chiesa. Insomma, abbiamo bisogno di diverse soluzioni a questi problemi.

In precedenza, Eccellenza, lei era vescovo ausiliare nel sud del Paese, a Colombo, e ora sta prendendo una grande responsabilità come vescovo del popolo Tamil, nel nord. Nei social media alcuni si domandano perché venga scelto un singalese come vescovo di un’area e una popolazione Tamil. Si chiedono: “Cosa sa del popolo Tamil per poterli servire?”. Come reagisce a questa sfida?

Chi mi conosce davvero sa che ho studiato al St. Benedict’s College, nella periferia di Kotahena, a Colombo. Ho un solido fondamento di linguaggio Tamil. Ho fatto molti sforzi per studiare la lingua singalese, per avvicinare la popolazione di Colombo. E non era la mia lingua madre. Io sono di madrelingua Tamil. Amerei occuparmi della comunità di lingua Tamil. Lo ho fatto anche a Colombo, ovunque fosse possibile. Infatti, mi sento triste a doverli lasciare, perché dipendevano da me per le cerimonie in lingua Tamil. Ma adesso ho l’opportunità di usare la mia lingua madre e aiutare quanti in Mannar cercano una guida e hanno bisogno di qualcuno che dia loro voce e che li ascolti.

Mons. Rayappu Joseph è stato per lungo tempo la guida della diocesi, e non sarà mai dimentica. Le persone si chiedono se il nuovo vescovo seguirà le sue tracce.

Sì, nella Chiesa cattolica non è come nella politica. Quando ci assumiamo un incarico, il nostro dovere principale è continuare quanto fatto dai nostri predecessori. C’è stato un primo vescovo di Mannar, mons. Thomas Savundaranayagam. La sua opera è stata approfondita da mons. Rayappu Joseph, che lo ha succeduto. Quindi è mio compito ora continuare quanto egli ha compiuto. Non so se ne ho né il talento né la capacità. Sarà Dio di a dovermi dare la forza, ad aiutarmi a continuare il servizio che mons. Rayappu Joseph ha prestato alla sua gente.

Sarò inoltre molto attento a non mescolare politica e religione. Qualsiasi cosa possiamo fare per il popolo, lo faremo. Anche parlare in sua difesa. Daremo voce ai loro diritti, è questo ciò che faremo. Ho il sostegno degli altri vescovi. Tre o quattro di loro sono stati con me al Seminario nazionale, come studenti o membri dello staff. Li conosco. E ho anche il sostegno di Sue Eminenza il card. Malcom Ranjith, con il quale ho servito per molti anni. La Chiesa cattolica ha visto tutto ciò prima di dare a me questo importante incarico.

Dio mi ha affidato un grande compito. È un ministero episcopale di grande livello. Sarò grato alle persone che coopereranno con me, che pregheranno per me, che mi daranno una mano.